L. De Laurentiis: «Bari non finisce di stupirmi, è un’eccellenza sotto tutti i punti di vista…»

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Uno stadio, per sognare di realizzare il business. Una città, per dimostrare che un progetto valido non ha confini. Aurelio De Laurentiis ha piazzato un’altra tenda calcistica. Dopo Napoli, ecco Bari, dal San Paolo al San Nicola. Invitato dal sindaco Antonio Decaro a intervenire per far risorgere «la Bari» — alla quale avevano fatto un pensierino anche Preziosi e Lotito — il 2 agosto ADL ha accettato di guidare la risalita della squadra biancorossa, costretta a ricominciare dalla Serie D, dopo aver inseguito il salto in A, partecipando per tre volte ai playoff promozione negli ultimi cinque anni. Dopo l’era Matarrese, il popolo biancorosso ha vissuto stagioni tribolate, passando dall’acquisizione del club all’asta fallimentare da parte di Gianluca Paparesta (20 maggio 2014) al clamoroso flop firmato dal suo socio Mino Giancaspro (balzato al timone il 23 giugno 2016), ora ai domiciliari per altra vicenda giudiziaria, capace in meno di due anni di firmare un incredibile crac. Atteso invano il ripescaggio, Aurelio De Laurentiis e il figlio Luigi, presidente della nuova Società Sportiva Calcio Bari, hanno affidato al tecnico Giovanni Cornacchini la missione di guidare Brienza e compagni dal girone I della D verso la promozione in C. E con tre vittorie consecutive hanno esibito il biglietto da visita a un campionato nel quale la storia sembra già scritta.

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CHE SORPRESA

 «Bari non finisce di stupirmi, è un’eccellenza sotto tutti i punti di vista…», l’ennesimo messaggio di Luigi De Laurentiis, dopo l’ultima vittoria della squadra di Cornacchini nella partita contro la Cittanovese, seguita sugli spalti da 10.000 spettatori. L’ambiente ha risposto alla grande, sottoscrivendo quasi 7.500 abbonamenti. D’altra parte, i tifosi biancorossi – che nella semifinale playoff con il Latina, l’8 giugno 2014, accorsero al San Nicola in 51.000 — nelle ultime cinque stagioni in B avevano fatto registrare numeri da A.

GRAZIE, AURELIO 

Secondo la tradizione, si dice che San Nicola, il santo patrono di Bari, sia amante dei forestieri. Era andata male ai tifosi biancorossi, illusi e poi delusi dalle false promesse di fantomatici imprenditori stranieri: dai russi (con tanto di striscione in cirillico esposto in curva nord) a Sanz, da Stancarone, Cohen e Dedeo a Tim Barton, dai fratelli Rotenberg, anche loro russi, al malese Datò Nordin. Dal 2 agosto spazio al progetto De Laurentiis, che intriga i tifosi, però desta anche qualche perplessità. «Mi entusiasmavo per Joao Paulo e Maiellaro allo stadio della Vittoria e ora cerco felicità nel seguire la risalita del Bari dalla D — dice Giuseppe Fiore, 40 anni — Abbiamo voglia di riscatto e ringraziamo De Laurentiis per aver puntato sulla nostra squadra». Nel cuore del quartiere Poggiofranco, in un bar, Umberto Sardella, 52 anni, attore comico, rimarca la passione dei baresi: «Siamo da Serie A e Aurelio De Laurentiis, straordinario imprenditore, avrà considerato i vantaggi dell’investimento in questa città. Seguiamolo, diamogli fiducia». Salvo Acella, 44 anni, sino a qualche mese fa nel vivaio del Bari come preparatore atletico, non ha dubbi: «Ora Adl è visto come un “dio calcistico”. E mi sembra assurdo sminuire il suo intervento o vedere il nostro club come una colonia del Napoli. E se un giorno De Laurentiis vendesse il Napoli per puntare tutto sul Bari? Mi aspetto che ricostruisca il vivaio».

MA ASPETTIAMO… 

In un centro telefonia, ex sede di biglietteria per le partite del Bari, vicino al mercato di Santa Scolastica, qualche tifoso preferisce prendere tempo. «E’ appena arrivato, ancora non ha fatto niente, lo valuterò più in là – fa notare Marcello, 40 anni, imprenditore –. Non ha salvato il Bari dal fallimento ma è sceso in campo solo dopo, senza tirar fuori un euro. Intanto, ho già una certezza: sarà la squadra di Aurelio, non la nostra, almeno fin quando questa società non si aprirà di più alla città, ai tifosi. Mi piace tanto Floriano, in D salta gli avversari come fossero bambini». Sulla stessa lunghezza d’onda, Edoardo Gallo, 59 anni, informatico, presidente dell’Associazione di tifosi «Giovanni Tiberini 1908»: «Guai se perdessimo la baresità, noi non saremo mai la seconda squadra di un altro club, mai un satellite del Napoli! Come supporters, abbiamo dato una grande risposta. Andavamo a San Siro, in diecimila all’Olimpico; andremo anche a Roccella Ionica e a Troina. Ma De Laurentiis ci faccia godere più da vicino questo Bari, aprendo al pubblico tutti gli allenamenti e cercando il rapporto con le associazioni. Tra i giocatori, Neglia fa sognare i ragazzini».

ABBONATO A DISTANZA

 Fa il tifoso da Livorno, con il solito amore. Igor Protti, 112 presenze e 46 gol nei campionati in biancorosso dal 1992 al ’96, non poteva far mancare il suo contributo di affetto al Bari che prova a risorgere. «Ho fatto l’abbonamento in tribuna d’onore, attendo la fidelity card e prometto che andrò al San Nicola almeno per una partita — dice l’ex attaccante, 51 anni, soprannominato “Zar” e ora club manager del Livorno — Ci tengo a incontrare Cornacchini, con il quale ho giocato nel 1988-89 nella Virescit: 10 gol io e 11 lui. Voglio scoprire quanto Giovanni è rimasto intrigato dall’ambiente barese, davvero unico. Ero sicuro che i tifosi avrebbe risposto da par loro, andando oltre le 10.000 presenze allo stadio, sin dalla prima gara». Protti punta sul progetto di De Laurentiis e sprona il popolo biancorosso a non fare troppi calcoli. Il calcio è business e Aurelio De Laurentiis ha dimostrato la sua straordinaria capacità a livello imprenditoriale. La gente lo farà innamorare sempre più del Bari. Adesso non è il caso di pensare se, una volta in Serie B, sarà costretto a cedere il club. Intanto, torniamo in B e poi si vedrà. Forza Bari, fammi sognare!».

Fonte: gasport

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