Calcio femminile – Evelina Christillin: “L’Italia non può riamanere indietro ancora”

Consigliera Fifa

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Il calcio femminile è nel caos. La Corte Federale d’Appello ha annullato la delibera del Commissario Roberto Fabbricini, che aveva affidato l’organizzazione dei due campionati maggiori direttamente alla Federcalcio, riportando Serie A e B sotto il controllo della Lega dilettanti. In attesa che si pronunci il collegio di Garanzia del Coni, le società di A e B, le calciatrici, gli allenatori e le allenatrici, per la prima volta uniti tra loro, hanno deciso di fermarsi: «Desideriamo far crescere il calcio femminile – si legge nel comunicato della responsabile Figc —. Per tale ragione riteniamo opportuno continuare il percorso intrapreso dalla Figc. È stata raggiunta la decisione unanime di non prendere parte ad alcuna attività ufficiale organizzata dalla Lnd. Con l’auspicio che le componenti, che sempre si sono prodigate nell’affermare la rilevanza della crescita del nostro movimento, vogliano trovare una rapida soluzione nell’interesse di tutti».
“È arrivato il momento di riconoscere dignità sportiva ed economica alle calciatrici italiane, che si sono comunque qualificate al Mondiale, ottenendo risultati di livello eccellente. Le calciatrici non possono essere intralciate nel loro meritato percorso di crescita da cavilli giudiziari e lotte di potere. È giusto che anche in Italia vengano riconosciute come autonome e titolate a raggiungere uno status professionale che in questo momento non hanno e che giustamente rivendicano.
La questione del calcio femminile non è solo un fatto riconducibile a «dovere sociale» o «pratica di integrazione necessaria», ma un asset che può condurre a notevoli risultati, anche economico finanziari. Nella Commissione Uefa di cui faccio parte abbiamo appena assegnato un grant di ricerca allo studio di un giovane Phd (dottore di ricerca) dedicato all’importanza anche legata al business del calcio delle società femminili associate a quelle maschili. Serve per ottimizzare risorse economiche, gestionali, sportive e d’immagine. Uefa e Fifa già da anni hanno inserito nei propri statuti e nelle proprie best practices il calcio femminile come priorità. Concludo ricordando che la finale di Champions femminile si gioca già da due anni insieme (nella stessa località e data) a quella maschile. L’Italia non può restare indietro”.

 

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