Inler dà la carica: “Napoli non mollare!” E di De Laurentiis dice: “Poco riconoscente, e non solo con me..”

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Gokhan Inler, doppio ex di Napoli e Udinese, ha parlato a La Gazzetta dello Sport alla vigilia della sfida che vede le due compagini protagoniste. Stasera infatti si giocherà al San Paolo la gara fra gli azzurri e i friulani per la 33esima giornata di campionato di Serie A.

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Inler si è soffermato a parlare del suo percorso in azzurro, non senza rimpianti. E poi ha voluto dare la carica a questo Napoli che insegue lo scudetto insieme alla Juventus. Infine della gara di stasera con l’Udinese.

«Scudetto: Napoli, non mollare».

Dalla Turchia ecco la carica dell’ex, proprio ora che la Juve sembra irraggiungibile. Quella di Gokhan Inler, 166 presenze in azzurro dal 2011 al 2015 con due Coppe Italia e una Supercoppa in bacheca: «Grandi vittorie, le prime dopo Maradona».

Oggi leader del Basaksehir in piena lotta per il titolo, il centrocampista ricorda le stagioni all’ombra del Vesuvio e quelle in Friuli: «Inizio duro, ero giovane. Poi tutto andò alla grande. Handanovic, Zapata, Basta, Isla, D’Agostino, Sanchez e Di Natale con Marino in panchina: che Udinese! Poi realizzai un sogno andando a Napoli».

Nel 2011 sposò il progetto di De Laurentiis: «I risultati parlano per lui. La crescita è evidente, ha vinto stando attento al bilancio. Anche se…».

Deluso da qualcosa?

«Mi sarei aspettato maggior riconoscenza quando andai via. Perlomeno un “grazie”. Provai a chiamarlo, nessuna risposta. E questo accadde anche ad altri miei ex compagni».

Il Napoli di oggi le piace?

«Gioca un calcio bellissimo e per lo scudetto non è finita: sei punti sono tanti, ma c’è ancora lo scontro diretto. La piazza meriterebbe il titolo».

Juve ancora avanti: cosa manca per colmare il gap?

«Le strutture. Il centro sportivo è migliorato ai tempi di Benitez, ma c’è ancora da fare. Stesso discorso per lo stadio, anche se il calore del pubblico diminuisce questo divario».

Alcuni, però, talvolta lo considerano un problema.

«Basta saperlo gestire, se preso nel modo giusto può rappresentare un’arma vincente».

Lei e Sarri insieme solo per poco durante il ritiro 2015.

«Un dispiacere andar via, Napoli è una città che ho sempre amato. Il mister è forte e mi sarebbe piaciuto lavorare con lui, ma a Leicester abbiamo scritto la storia. Quanto fatto con Ranieri resterà per sempre».

Mazzarri e Benitez: differenze?

«Con Mazzarri ho fatto il salto di qualità: è eccezionale nel preparare le partite. Benitez, invece, è un allenatore internazionale. Senza di lui Reina, Albiol, Callejon e Higuain non sarebbero mai arrivati».

Forse Mazzarri l’avrebbe voluta a Milano…

«C’è sempre stato qualcosa con l’Inter, anche prima. Ci fu un momento in cui fui a un passo, poi qualcuno si oppose».

A gennaio si è parlato di Benevento.

«Non saprei. A giugno c’erano Bologna, Genoa e Atalanta. Poi il Basaksehir mi convinse».

Napoli-Udinese: sensazioni?

«Gara importante per entrambe. Sarri non deve mollare per lo scudetto, l’Udinese vuole interrompere questa lunga striscia di sconfitte. Ma nessun pronostico, vinca il migliore».

Oddo appare in difficoltà…

«Giovane e bravo, con un modo di pensare simile ai calciatori. Ha tutto per riprendersi».

La Serie A è così indietro rispetto agli campionati?

«Se vuoi diventare un professionista di livello devi passarci. Per me resta il top».

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