Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rilancia l’idea di introdurre il riconoscimento facciale negli stadi italiani, in particolare in quelli considerati più problematici sul piano dell’ordine pubblico. “In alcune curve si sono sviluppate vere e proprie piazze di spaccio e criminalità”, ha spiegato durante un intervento al Forum in Masseria di Bruno Vespa.
Attualmente, sistemi simili sono già presenti – seppur in forma limitata – allo stadio Olimpico di Roma e al Meazza di Milano. Si tratta però di tecnologie impiegate solo a posteriori, per identificare i responsabili di reati già commessi. Il passo successivo, secondo Piantedosi, sarebbe usare questi strumenti anche in chiave preventiva.
Il confronto con il Garante della Privacy
“Stiamo dialogando con il Garante della Privacy per immaginare un nuovo sistema di controllo accessi più efficace”, ha dichiarato il ministro, evidenziando come le attuali normative europee permettano l’uso dei dati biometrici solo nell’ambito di indagini giudiziarie. “Bisogna superare l’eccessiva diffidenza tra privacy e sicurezza”, ha aggiunto, proponendo una revisione delle regole per colmare il divario tecnologico con le organizzazioni criminali.
Piantedosi ha poi precisato che le attuali sperimentazioni non prevedono il riconoscimento facciale in tempo reale, ma solo strumenti utili all’identificazione successiva a reati. Tuttavia, l’obiettivo è arrivare a modelli più sofisticati, capaci di agire prima che il crimine avvenga.
Le critiche e la risposta del ministro
Le parole del ministro hanno già suscitato reazioni da parte dell’opposizione. Alcuni esponenti, come il deputato Filiberto Zaratti (Avs), hanno parlato di “deriva da stato di polizia”. Ma Piantedosi ha ribattuto con fermezza: “Non possiamo permettere che lo Stato sia tecnologicamente svantaggiato rispetto alla criminalità. L’intelligenza artificiale offre grandi opportunità per la prevenzione, e non possiamo ignorarle”.
Centri rimpatri e Libia nel mirino dell’agenda
Durante il forum, il ministro ha anche toccato il tema dell’immigrazione e dei rimpatri, ribadendo il suo sostegno al progetto dei “Paesi sicuri” e criticando alcune decisioni della magistratura che ne hanno rallentato l’attuazione. “Confido in un imminente pronunciamento favorevole da parte della Corte di Giustizia europea”, ha detto. Piantedosi ha poi annunciato una missione in Libia per discutere la gestione dei flussi migratori con il commissario europeo Brunner: “La Tripolitania resta la principale area di partenza dei migranti via mare”.
Fonte: Il Mattino