AdL, cessioni da capogiro. La capacità del club di generare rilevanti plusvalenze

Da Higuain e Kvara a Osimhen

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In principio furono gli acquisti “prospettici”. Così Pierpaolo Marino, il dg del primo Napoli di De Laurentiis, definiva i giovani calciatori che arrivavano a Castel Volturno. Nell’estate di 18 anni fa si presentarono nel centro sportivo, con qualche mugugno da parte dei tifosi, GarganoHamsik e Lavezzi. La squadra era appena tornata in serie A, i napoletani si aspettavano qualche nome altisonante. Pochi immaginavano che quelli, accuratamente studiati da Marino e De Laurentiis, erano veri affari. “Prospettici”, ovvero calciatori da utilizzare e poi magari cedere realizzando una forte plusvalenza di bilancio.

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Il sistema adottato dall’Udinese, di cui il manager avellinese era dirigente quando arrivò ad agosto 2004 la chiamata di De Laurentiis. Che negli anni ha perfezionato questa capacità di cedere i suoi campioni a ottimi prezzi, tenendo così i conti a posto e potendo permettersi nuovi investimenti. Vi sono state rarissime e modeste iniezioni di denaro da parte del patron proprio perché le cessioni e i contributi (diritti tv e introiti Champions) hanno aiutato il Napoli a procedere sul suo cammino tranquillamente pure quando vi sono stati periodi difficili. Prendete il mercato dello scorso anno: anche senza Champions è stato possibile fare acquisti per oltre 150 milioni. A inizio gennaio, la cessione di Kvara al Psg per 70 milioni, cifra da reinvestire in queste settimane insieme a quella – analoga – che verrà ricavata dalla partenza di Osimhen.

 

Fonte: Il Mattino

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