Per dire tutto e niente, a volte basta una parola: interlocutoria. È così che si può definire la situazione tra Napoli e Bologna, che si sono incontrati consapevoli delle distanze tra domanda e offerta. Distanze ampie, quasi siderali, fin dal primo approccio.
Il Napoli, rappresentato da Giovanni Manna, si è spinto fino a 25 milioni per Ndoye, con la possibilità di arrivare a 30 con fatica. Per Beukema, invece, il tetto stimato è attorno ai 20 milioni. Ma il Bologna, guidato da Giovanni Sartori, ha alzato la posta: 42-45 milioni per l’attaccante svizzero, 32-35 per il difensore olandese. Un pacchetto da circa 70 milioni complessivi, una cifra impegnativa anche per un club ambizioso come quello azzurro.
Intanto, il Napoli ha già incassato i sì dei calciatori, con ingaggi praticamente definiti. Ma non basta. Il Bologna non vuole smantellare la difesa, soprattutto con l’incognita Lucumí e la sua clausola, e al tempo stesso vuole monetizzare al massimo una possibile cessione eccellente come quella di Ndoye.
La trattativa, quindi, non si è rotta, ma resta in stand-by. Si rivedranno, si risentiranno, e forse nemmeno sarà necessario farlo di persona: le basi sono state gettate, le posizioni sono chiare.
Nel frattempo, il Napoli tiene vive anche altre piste:
Chalobah del Chelsea per la difesa, Lang del PSV e Lookman per l’attacco, senza dimenticare un nome intrigante come Sancho, o l’opzione “rigenerazione Chiesa”, non più alla Juventus ma al Liverpool.
E se il mercato è ancora ai blocchi di partenza, De Laurentiis e Conte hanno già piazzato i primi colpi: De Bruyne e Marianucci, a rafforzare una rosa che ha già vinto lo scudetto.
La sensazione? Il Napoli non ha fretta, non vuole farsi prendere dall’ansia, e punta a cogliere l’attimo giusto. Per ora è tutto fermo, ma la prossima volta la storia potrebbe farsi molto più interessante.
Fonte: Gazzetta dello Sport