A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Monza-Napoli

Approfondimento su Monza-Napoli

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Il Monza, con la scomparsa del suo presidente Silvio Berlusconi, è incappato in una stagione particolarmente negativa che significa serie B.

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Si è giocata ieri pomeriggio alle ore 18 presso l’ “U-Power Stadium” di Monza la sfida tra i padroni di casa e il Napoli, valida per la trentatreesima giornata di campionato. I biancorossi di Alessandro Nesta con la sconfitta di sette giorni fa nello scontro diretto di Venezia sembrano aver abbandonato ogni velleità di salvezza e stanno cercando soprattutto di chiudere con dignità la stagione, programmando il futuro. In casa partenopea invece i ragazzi di mister Conte erano chiamati a dare un segnale in trasferta dopo la bella vittoria nello scorso turno in casa contro l’Empoli. E alla fine, dopo una partita tutt’altro che entusiasmante, il Napoli riesce a sbancare Monza grazie alla rete di Mc Tominay al 72’.

Ecco, di seguito, i principali spunti del match:

  • Il tridente spuntato: come si immaginava alla vigilia, la gara di Monza e’ stata scorbutica e molto difficile. Sembrava un remake della trasferta di Venezia con i diecimila tifosi partenopei presenti allo stadio che se la sono vista davvero brutta. Nel post gara Antonio Conte ha parlato di piano partita preparato in questo modo e personalmente non ho apprezzato molto il trio offensivo schierato. Perché se Politano (per favore non fategli battere più gli angoli!!!) e’ ormai un calciatore a tutta fascia, che perde lucidità sotto porta, a Spinazzola manca proprio il senso del gol, come dimostrano le sue statistiche in carriera. Schierare due esterni per nulla incisivi e il doppio play da zero gol complessivi in campionato significa consegnare Lukaku all’intera linea a cinque difensiva del Monza. Una scelta che non ha pagato per 60 minuti. Fino a quando Conte non ha finalmente deciso di attuare dei cambi e portarsi a casa i tre punti.

 

  • Uno, nessuno e centomila: a Napoli in questi anni abbiamo ammirato  tante fotografie (e tutte diverse tra loro) di Jack Raspadori. Era arrivato come bomber di scorta a Osimhen nell’anno dello scudetto di mister Spalletti, e in effetti fu in grado di segnare a ripetizione durante i quarantacinque giorni autunnali di infortunio del nigeriano. Poi c’è stata una lunghissima parentesi durata quasi diciotto mesi di una versione “Hybrid” in cui il ragazzo emiliano entrava in ruoli sempre diversi come fosse quasi un tappabuchi, tanto da rischiare di finire sul mercato di riparazione. E infine e’ letteralmente sbocciato un nuovo Raspadori lo scorso gennaio nella posizione di seconda punta accanto a Lukaku. E in questi mesi ha saputo davvero fare la differenza realizzando quattro reti e facendo anche tante altre cose buone nelle partite in cui è stato chiamato in causa. Poi però dal Milan in poi si è ritornati al 4-3-3 (abito più consono al Napoli) e questo lo aveva nuovamente fortemente penalizzato. Per fortuna ieri a Monza Conte ha capito che il ragazzo avrebbe potuto far bene inserendolo nei primi minuti della ripresa. E non può essere affatto un caso se al settantadue Mc Tominay ha dovuto soltanto scartare (con la sua testa) il più delizioso dei cioccolatini confezionati dal numero 81 partenopeo. Ecco a mio avviso, in un momento di pochezza offensiva del Napoli, lasciare più  spazio a Mc Tominay, Lukaku e Raspadori sembra la soluzione giusta per aumentare la produzione offensiva e la pericolosità nell’area avversaria.

 

  • La caccia grossa: non sappiamo cosa succederà oggi alle 18 a Bologna, anche se a mio avviso entusiasmo ed esperienza potrebbero fare la differenza a favore dell’Inter. Tuttavia il Napoli ieri, anche se con fatica, ha fatto il suo dovere espugnando l’ “U-Power Stadium”. Una vittoria che significa qualificazione Champions in ghiaccio e almeno il terzo posto matematicamente molto vicino. Ecco bisogna dare velocemente ancora un altro paio di spallate per chiudere anche la questione “secondo posto”, che significa giocarsi la Supercoppa italiana nella prossima stagione. E infine l’obiettivo più ambizioso resta quello di continuare a dare fastidio alla capolista mettendole pressione fino alla fine. Ha ragione Conte quando dice che il Napoli non è abituato a lottare punto a punto per un obiettivo (ne è quasi sempre uscito sconfitto con le tre grandi). Costruire una mentalità forte per questi ragazzi adesso potrebbe significare gettare le basi per una lotta alla pari nel prossimo campionato. E poi chissà che non arrivi già quest’anno il colpo grosso…

 

  • La vittoria chiarificatrice: venerdì nella conferenza pre-gara era stato molto sibillino con la sua espressione “ a Napoli certe cose non si possono fare”. Parole scelte non a caso e che sembravano agli occhi di tutti il preludio a un possibile addio. Invece dopo la soffertissima vittoria di Monza, il tecnico salentino ha cercato finalmente di chiarire, parlando di amore verso la piazza e stima verso il presidente. La sua è una legittima ambizione di voler alzare l’asticella, costruendo una squadra di alto livello sia nei titolari che nelle alternative per poter lottare ad armi pari per lo scudetto. E onestamente non gli si può dare torto, tuttavia quello che ha dato fastidio è stata la tempistica totalmente fuori luogo. Adesso però è il momento di investire tutte le energie fisiche e mentali solo sulle prossime avversarie in campionato. A partire dalla sfida di domenica prossima in casa contro il Torino!

A mente fredda” è a cura di Marco Lepore

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