Il Napoli e i suoi cambi d’abito: tutti i moduli di Conte

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Un abito per ogni occasione quasi fosse sempre festa. Antonio Conte sa come vestire la propria squadra a seconda delle esigenze e delle circostanze.  E adesso, nel bel mezzo di un’emergenza sulla fasci sinistra, bisognerà vedere come il tecnico salentino adatterà i suoi.

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Nell’attesa di scoprire quale sarà l’abito che indosserà la squadra azzurra, Il Corriere dello Sport fa un excursus attraverso i vari moduli utilizzati da Conte dall’inizio della sua esperienza a Napoli fino ad oggi.

 

È partito dalla difesa a tre, suo storico marchio di fabbrica, poi ha cambiato, dando seguito allo studio e alle idee partorite durante il periodo in cui è rimasto fermo, dopo il Tottenham, con la difesa a quattro e gli altri sei a formare la nuova identità del Napoli.Ora, senza Neres, ecco il ritorno al passato che però sa di nuovo: il 3-5-2 con Raspadori accanto a Lukaku. Un altro modulo, il quarto, almeno sulla carta, dall’estate a oggi. Una soluzione dopo l’altra partendo da concetti base nati ogni giorno in allenamento.

Il primo Napoli di Conte, quello nato tra Dimaro Folgarida e Castel di Sangro aspettando i pezzi grossi del mercato, è partito col 3-4-2-1, modulo utilizzato dall’allenatore anche al Tottenham. Difesa a tre, due esterni larghi, Politano e Kvara dietro la punta che a Verona fu Simeone e con Bologna e Parma Raspadori. Aspettando Lukaku. Al georgiano, oggi al Psg, Conte chiedeva un calcio inedito, movimenti diversi, ovvero accentrarsi di continuo, cercare e dialogare con la punta, entrare dentro al campo e non solo affondare partendo largo. Mazzocchi giocava a destra, dietro Politano. Buongiorno faceva il centrale a sinistra con Rrahmani perno difensivo.
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