Il Mattino oggi in edicola ripercorre le tappe di Aurelio De Laurentiis alla guida del Napoli a partire dal primo giorno della sua presidenza, nel settembre 2004. Queste le sue parole al quotidiano: «Punto alla serie A in due anni. Mi auguro che presto avvenga un processo di internazionalizzazione del Napoli. Rilanceremo la città anche attraverso il calcio. Chiedo al Napoli di rialzare la testa come deve fare la città. Napoli deve essere al centro del mondo». Quel Napoli si apprestava a ripartire dall’inferno della Serie C e la massima serie l’avrebbe ottenuta da lì a tre anni. Poi nel 2010 il ritorno in Europa, primo di 14 partecipazioni consecutive.
Promesse mantenute, come l’internazionalizzazione del Napoli attraverso un sano progetto aziendale impostato a prescindere dai paletti del Fair play finanziario dell’Uefa, disatteso da tanti club italiani e stranieri. «Io vi prometto di farvi divertire per i prossimi venti anni, se la salute mi accompagnerà, perché sono indipendente», come ribadito in occasione della presentazione di Conte.
Il patron azzurro, a detta del quotidiano, ha evitato in questo ventennio che si ripiombasse nel buio. Ci può stare un’annata storta (purché vi si ponga rimedio), ma non una stagione con ritardi sul pagamento degli stipendi, lettere di messa in mora dei calciatori e debiti come accadeva prima del fallimento. La stella polare del Napoli è la solidità finanziaria unita alla passione dei suoi tifosi pronti a riempire puntuali il Maradona, quello stadio che rappresenta la prossima sfida da vincere per De Laurentiis, in trattativa con il sindaco Manfredi per una lunga concessione e i lavori necessari per ospitare Euro 2032. Soltanto la costruzione di un nuovo centro sportivo sul modello Barcellona è rimasta sulla carta, ma al presidente azzurro le sfide piacciono.