Drive&Talk, Matteo Politano: “A Napoli, per me, solo cose belle”

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Di seguito le sue dichiarazioni:

“Non sono mai abituato alla vista del mare per andare a Castel Volturno. La parte più bella è la sera, con tutte le luci. Il Vesuvio? Un gigante buono che ci osserva. La mia routine? Diciamo che sono un dormiglione quindi c’è un po’ di fatica nello svegliarmi, però basta un caffè e sono pronto per questo viaggetto. Quante sveglie metto? Una sola, mi da anche fastidio avere più sveglie. Che sento? Faccio scegliere a Spotify, sono più da canzone italiane, romane o napoletane. Canzone del momento? Sono più da vecchio stampo, delle nuove magari Geolier che mi piace. L’ho conosciuto alla festa Scudetto e ogni tanto ci scambiamo qualche messaggio su Instagram. Il mio percorso? Ho fatto fino ai 18 anni a Roma, poi sono andato a Perugia in Serie C e dopo un anno sono tornato a Roma per poi andare due anni al Pescara in Serie B e poi sono approdato in Serie A. Il mio mancato trasferimento alla Roma? Magari era destino che dovessi venire a Napoli e alla fine si è rivelata la scelta migliore. Da quando sono a Napoli mi sono successe tante cose belle, sono diventato papà, ho vinto una Coppa Italia, uno Scudetto… Se ho realizzato di aver vinto lo Scudetto in azzurro? Quando parlo con altre persone e le vedo felici capisco cosa ho fatto. E’ stata una delle emozioni più belle della mia vita. Peccato non aver fatto il triplete quest’anno, avessimo vinto la Supercoppa avrei potuto vincere tutti e tre i trofei italiani. Da ragazzo quando andavo allo stadio portavo sempre le bandiere, è sempre stata una mia passione. Se ho sempre voluto fare il calciatore? E’ sempre stato il mio sogno, ho dedicato tutta la mia vita al calcio, soprattutto nell’infanzia ho rinunciato a varie cose. L’alternativa sarebbe stato fare il meccanico con papà che non mi sarebbe dispiaciuto. Lui lavora ancora, anche mio fratello fa il meccanico con papà. Mio padre non è un grande amante del calcio, ma ci ha sempre fatto fare ciò che volevamo. Mia sorella? Adesso lavora in una clinica privata a Ponte Milvio, lei è più grande di me. Da calciatore, in un modo o nell’altro, la tua vita cambia. Sono belle responsabilità che però fai con il sorriso. Nonostante mia figlia stia più con la madre, vedo spesso Giselle perché Roma e Milano sono collegate molto bene e abbiamo un bel rapporto. In base alle partite vediamo quanti giorni sto con lei che è una bambina super tenera. Sono felice di come sta crescendo e del fatto che non le manca niente, nonostante sia lontana da me, sente il mio affetto. Sono molto permissivo come padre, non mi riesce a fare quello arrabbiato, lei è un mio punto debole. Sono un ragazzo semplice, sto bene con tutti e non sono permaloso. Mi piace la compagnia. Bisogna vivere al 100% ogni giorno della propria vita. Le macchine? Mio fratello è molto appassionato, io sono andato a vedere 3-4 volte la Formula 1. Sono innamorato di Napoli, mi piace il mare e la città. Il centro è abbastanza vicino e quando hai un giorno libero te la godi. Dopo 4 anni ho la sensazione di non averla ancora vista tutta”.

 

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