Il Napoli dei napoletani…non solo in campo

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Vincenzo Maria Siniscalchi diventò consigliere del Calcio Napoli e legale del club, non soltanto di Diego Armando Maradona, ma anche di Italo Allodi, verso la metà degli anni Ottanta, quando venne coinvolto nel calcioscommesse, contribuendo a farlo ammalare mentre il Napoli si avviava verso il primo Tricolore.

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Siniscalchi faceva parte del Cda del club azzurro. C’era tanta Napoli, la Napoli che contava, al fianco di Corrado Ferlaino. C’erano imprenditori del livello di Pasquale CarboneDino CelentanoEllenio GalloGianni Punzo Paolo Resi pronti a sostenere la società con le loro fideiussioni. C’erano professionisti del livello di Guido D’Angelo, urbanista, e Vincenzo Siniscalchi, a rappresentare la Città. La proprietà era di Ferlaino, certo, ma quelle erano figure importanti che creavano un rapporto tra il Calcio Napoli e Napoli, riconosciute e apprezzate. Un forte segno di identità, purtroppo poi scomparso.

 

Dell’avvocato si possono evocare tanti ricordi, soprattutto chi, da Napoli a Buenos Aires lo ha pianto come Claudia Villafane, Guillermo Coppola e Fernando Signorini. Uno dei ricordi più importanti risale al giorno dell’addio ufficiale al calcio, lasciato in realtà già da qualche tempo, di Diego Armando Maradona. Al culmine del discordo del Pibe dove ammetteva le sue colpe, abbracciando le figlie Dalma e Gianinna, chiuse con la frase “la pelota no se mancha”, esplodendo in un copioso e sentito pianto, tanto da suscitare le lacrime dell’avvocato Siniscalchi.

 
Fonte: Il Mattino

 

 

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