Casale: “Napoli, contro il Milan non concedere il contropiede”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Casale, ex calciatore del Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista.

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Quanto è difficile disputare una gara europea in trasferta? “Sono partite difficili, soprattutto quando l’avversario si gioca una svolta tecnica decisiva. Oltre le difficoltà della competizione, andrebbe considerato il contesto della squadra tedesca che, dinnanzi al proprio pubblico, era chiamato ad invertire la tendenza.  Nella prestazione di ieri vedo tante cose buone. Spesso, il Napoli ha riscontrato diverse difficoltà in partite sporche come quelle di ieri. Nella trasferta di Berlino, invece, ci sono stati segnali importanti”
Commento sulla prestazione di Raspadori, che ha ben sostituito Osimhen? “Quando non gioca Osimhen, credo che la prestazione di Raspadori migliori. Al calciatore italiano piace partire dal centro per poi spostarsi sull’esterno e, per questo, credo riesca a dare il meglio quando impiegato da solo. Nelle due ultime prestazioni, Raspadori ci ha fatto capire che può sentirsi maggiormente a proprio agio senza punte di ruolo e che, soprattutto, può essere un giocatore importante per l’economia di gioco degli azzurri”
Chi è il terzino più adatto alle dinamiche di gioco degli azzurri: Olivera o Mario Rui? Ho sempre sostenuto che Mario Rui fosse un giocatore importante, anche quando era oggetto di critica. Inizialmente, subiva il paragone con Ghoulam. Ciò detto, avere giocatori con caratteristiche diverse è importante per Garcia. L’impiego, dell’uno o dell’altro, dipende dall’avversario e dalle caratteristiche della partita. Olivera riesce a marcare bene le punte esterne. Quando c’è da fare la partita ed impostare il gioco, però, il portoghese può offrire qualcosa in più”
Tre anni senza successi casalinghi contro i rossoneri: come si batte il Milan di Pioli? “La condizione di dover vincere per forza in casa un po’ penalizza. Contro una squadra dotata di ottimo assetto difensivo e di giocatori in grado di attaccare la profondità bisognerà fare attenzione a non concedere il contropiede. A tal motivo, avere un Di Lorenzo più pronto nella fase di copertura potrà essere decisivo proprio per limitare gli esterni rossoneri. Il reparto arretrato visto a Berlino mi è piaciuto molto. Soprattutto l’impiego di Ostigard davanti la difesa, con uno schieramento a tre mascherato che, in realtà, presupponeva una difesa a cinque. Tante volte avrei voluto vedere Koulibaly fare da argine a metà campo. Garcia si è accorto delle difficoltà della squadra in fase difensiva e, questo nuovo impiego di Ostigard, può garantire maggiore solidità. Un fattore che potrebbe essere decisivo anche contro il Milan”
È Di Lorenzo il vero leader della difesa? “Ormai, Di Lorenzo è quasi un’ala. Ciò detto, per un terzino i compiti difensivi sono importanti, nonostante il capitano del Napoli possa esprimersi al meglio in fase offensiva. Spesso, la squadra può pagare la propensione offensiva dei propri terzini. Nella gara di ieri, però, ho visto un Di Lorenzo più attento alla fase di copertura e questo è un aspetto sicuramente positivo”
Qual è il suo giudizio su Cajuste? “E’ un giocatore che mi piace molto. Ieri, forse, ha pagato una condizione fisica non ideale. Il centrocampista svedese, per fisicità e personalità, è un calciatore importante che, nel tempo, potrà dire la sua”
Cosa pensa dei nuovi compiti che Garcia ha affidato a Lobotka, maggiormente responsabilizzato in fase difensiva? Ho giocato da mediano. Nel calcio ci sono le priorità in base ai ruoli. Un regista basso, infatti, deve necessariamente migliorare in fase difensiva. A certi livelli, quando le partite impongono copertura, come avvenuto ieri, è importante potersi adeguare. Il centrocampo del Napoli non vanta calciatori con una certa cattiveria agonistica. A tal motivo, è fondamentale migliorare come reparto. D’altronde, lo slovacco è bravissimo nel rubare palla quando la squadra è chiusa e compatta. Va maggiormente in difficoltà nei venti metri”
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