Trombetti (Il Mattino): “È evidente che ci sono due Napoli. Quello con Kim. E quello senza Kim”

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Guido Trombetti, accademico e politico, attraverso le pagine de Il Mattino, sottolinea il suo pensiero sulla prima disfatta del Napoli, sabato sera al Maradona contro la Lazio.

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Una premessa. Le considerazioni contenute in questo articolo hanno il limite di essere ricavate, sostanzialmente, da una singola prestazione. Fermo restando che siamo all’inizio del torneo e non possono essere emessi verdetti definitivi. È evidente che ci sono due Napoli. Quello con Kim. E quello senza Kim. E non si può pensare di giocare allo stesso modo senza un dominatore degli spazi ampi come il coreano, implacabile nei recuperi e nelle coperture. Francamente non mi è sembrato che contro la Lazio i rimedi immaginati da Garcia si siano rivelati efficaci. Il tecnico è partito con la formazione tipo di Spalletti, ma senza Kim e con la squadra corta come quella di Spalletti (per copiare bellamente, in panchina può andarci chiunque). Poi, preoccupato del contropiede e in mancanza di uno sprinter in difesa (cioè di Kim: ma non lo sapeva?) ha arretrato la difesa di vari metri allungando enormemente lo spazio di centrocampo. Dove non c’erano giocatori con il passo giusto: Anguissa fuori condizione, Zielinski non è incontrista e Lobotka anche lui non al meglio ed a disagio negli spazi larghi. Devo dire che già contro il Sassuolo si erano manifestati gli stessi sintomi. E passiamo alle sostituzioni. Come si fa a togliere Kvara che pure se ancora a corto di fiato nel primo tempo era stato il migliore? Quando stai sotto puoi privarti dell’unico giocatore capace di trovare il guizzo vincente? Per di più inserendo Raspadori senza mandarlo a popolare l’area dove dà il meglio di sé. Per quanto riguarda i singoli, di Anguissa e Lobo abbiamo già detto. Osimhen è stato un fantasma. Olivera inguardabile. E Meret… Quattro tiri quattro gol. Perché il Napoli, non lo dimentichiamo, ha preso ben quattro gol, due dei quali annullati per fuorigioco millimetrico. Per carità non si spara sul pianista. E meno che mai intendiamo farlo noi. C’è tutto il tempo per rifarsi con una serie di risultati positivi. Ma il tempo per trovare una identità è invece quasi scaduto”.

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