L’approfondimento di Maurizio Santopietro: “Uno strano “effetto scudetto”

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A Napoli regna un’atmosfera surreale, al limite dell’onirico, per questo terzo, inatteso
scudetto e per come stia rendendo fatata l’intera città, al pari dell’incanto fiabesco di un paesaggio
coperto di neve. E’ uno scudetto che amplifica gli odori, che accentua i sapori dei vicoli, che
inventa nuove sfumature cromatiche. E’ uno scudetto che, nella parte finale, diventa teatro di una
sceneggiata che solo a Napoli sanno rappresentare: i maggiori artefici del sogno diventato “solida
realtà” si separano sul più bello, con la stessa rapidità con cui si scioglie la neve al sole, appunto.
Un effetto paradossale, considerato che le vittorie uniscono, al contrario degli effetti causati dalle
sconfitte come le divisioni, gli abbandoni, la sfaldamento generale. La vittoria finale, invece,
dovrebbe esercitare effetti coesivi, dovrebbe essere il cemento che tiene insieme le componenti che
hanno portato alla gioiosa meta. Ma nel Napoli di ADL, no. Si potrebbe obiettare col fatto che il
Milan, imprevisto vincitore lo scorso anno, non cambiò la rosa dei titolari né di alcun quadro
dirigenziale, non ha mai concorso alla lotta scudetto, però…Chissà, potrebbe essere un presagio.
Chissà che possa essere una manovra scaramantica. E’ pur vero che non è mai facile ripetersi con lo
stesso gruppo, a parte rare eccezioni e a parte in quei campionati (Spagna, Germania, Francia) dove
sono sempre le solite a vincere. I noti protagonisti sono, suo malgrado, lui, ADL, Spalletti e
Giuntoli. ADL: “Attenzione Dice Lui”, scrissi alla fine del calcio mercato, giocando con le parole,
riformulando il significato dell’acronimo, ma questa volta il rischio è maggiore! E non è che sia
dipeso solo dal presidente: è che non si capisce come, con una squadra giovane e forte, che può
concretamente aprire un ciclo di due/tre campionati come minimo, emergano motivazioni superiori.
Parlo di Giuntoli, che, presumibilmente, è stato contattato dal club torinese quando era – ed è ancora
-, sotto contratto. Giuntoli, che non ritiene l’attuale Napoli, al pari della peggiore Juve di tutti i
tempi, sceglie il club più “avversato” dai tifosi napoletani! E Spalletti, con la sua nota spigolosità
caratteriale; che avrà pure le sue ragioni personali e familiari, ma disperde un’opportunità più unica
che rara: quella di aprire un ciclo, in prospettiva luminoso, come quello dell’era maradoniana.
Difficile crederci. Un mistero! ADL, obiettivamente bravo nel conciliare le esigenze di bilancio con
quelle tecniche, è “ narcisisticamente affetto” da protagonismo, come tutti i personaggi del cinema,
avrà fatto pure la sua parte, in questo vicende “masochistica”. E’ difficilissimo, oltre che pericoloso,
dichiarare di voler vincere la Champions, il prossimo anno: un conto è garantire l’impegno per
essere competitivi, un altro è proclamarlo esplicitamente, caro presidente. Come si dice? “sottile ma
sostanziale differenza”. In tema di campagna di rafforzamento, consapevole di andare
controcorrente, venderei Osi al miglior offerente, considerando la Coppa d’Africa e al fatto che
ormai salterà altre partite per gli immancabili problemi muscolari, andando a prelevare, proprio
dalla Juventus, Vlaovich ad un prezzo inferiore da quello sborsato dalla “Vecchia Signora”: un
elegante sgarbo, direi…Per il resto, mi fiderei delle intuizioni di mercato, anche senza Giuntoli, per
giunta…

 

Factory della Comunicazione

A cura di Maurizio Santopietro

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