Spalletti alla premiazione non risparmia qualche stoccata: “Ricordo luglio 2021…”

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Quando mise piede a Napoli, mica poteva immaginare cosa l’aspettasse: ne aveva colto lo splendore, certo («avete visto quanto è meravigliosa, tanto da confondersi?»), ma non credeva che poi, 624 giorni dopo, ci avrebbe trovato l’infinito: «È così bella che vengono a tutti gli occhi azzurri». Nella sala dei Baroni del Maschio Angioino, in quell’atmosfera gioiosa che ricorda uno dei Padri del calcio, Luciano Spalletti sfoggia un sorriso accattivante e una prosa che seduce: il Premio Bearzot – organizzato dall’Us Acli con il patrocinio della Federcalcio – è un riconoscimento ad una carriera ampia, dal respiro internazionale, che porta in sé le stimmate di un innovatore dai tratti geniali che le emozioni non soffocano. «Lo condivido con il club, con i calciatori e con Giuntoli e sono grato a voi che me lo avete assegnato. E poi, guardo avanti». In una mattinata che gli appartiene, con Nicola Pietrangeli che, commosso per la standing ovation, esalta le finiture di un calcio che l’ha conquistato, Spalletti resta a vivere a modo suo, ignora quella classifica che sembra una sentenza (e ancora non lo è) e si tuffa però nelle onde della moderazione, che l’aiuta a placare o a contenere la felicità. «Ho una squadra composta da ragazzi che sono fatti di un’altra pasta: ogni volta, prima delle partite, faccio loro un discorso; e ogni volta, dopo ogni partita, leggo negli sguardi una specie di messaggio: hai visto? L’attenzione non è mai calata, mai una volta, e questa è la testimonianza delle qualità umani di questo gruppo». Chissà cosa direbbe il «vecio» di un allenatore così, di questo «rivoluzionario» senza tempo che ha spalancato abissi tra il suo Napoli e le altre e che adesso si prepara ad attraversare la Champions nei quarti di finale, con una squadra che ha un gioco da sogno: «Non vediamo l’ora di andarci a confrontare. Sono situazioni fantastiche che non ho mai vissuto nei miei 64 anni e voglio gustarmele, come i calciatori: so che il tempo passa per non ripresentarsi più, dunque proviamo a fare ciò che sappiamo. Ho ragazzi che stanno bene, ho uno staff di prim’ordine grazie al presidente. Ricordo luglio 2021, c’era indifferenza per quei risultati che la città non accettava. C’era bisogno di aggregazione, per affrontare le difficoltà. Ripenso alle telefonate dell’ultima estate con De Laurentiis, i dubbi sull’immediato inserimento di Kim e di Kvara. Io qualche amico in giro ce l’ho e me lo avevano detto. E De Laurentiis ci ha creduto».  

 

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Fonte: CdS

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