“La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!” Osimhen come trascinatore

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Leggete parola per parola questa frase con la quale James Brooke, arringando i suoi uomini, descrive Sandokan nel film “La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!”. «Sandokan è un uomo in grado di trascinare, è nato capo. Con lui, dieci uomini sono un esercito. Dove si arriva dopo giorni di ragionamento, lui arriva in un attimo. Lo uccidete e lo rivedete vivo. Riuscite a prenderlo, ma è già scappato. Non combattete solo un uomo, ma una leggenda». Ebbene come negare che questa potrebbe essere la descrizione di Victor Osimhen! Che dunque possiamo identificare con il leggendario pirata salgariano. Del quale, a pensarci bene, possiede anche la cavalleresca gentilezza.

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Mi sono trovato giorni fa ad assistere ad una discussione tra tifosi. Oggetto del contendere chi fosse più forte tra Careca, Cavani, Higuain ed Osimhen. É sempre arduo confrontare protagonisti di stagioni calcistiche diverse. Ma mentre si può discutere a lungo sul confronto tra i primi tre mi sembra improponibile il paragone con Osimhen. Perché, direbbe un matematico, sono grandezze incommensurabili. Osi è un caso a parte nel calcio mondiale. Ponendosi come un ineguagliabile Superman che non ha bisogno di tutti i fondamentali calcistici per essere determinante. Sembra essere quasi una mostruosità evolutiva per lo strapotere atletico e mentale che mette in campo. Sul piano dei colpi tecnici è ultimo tra cotanto senno? Ma la cosa è irrilevante. Perché, lo ripeto, è un caso a parte. Perché è come se avesse ribaltato tutti i metri di valutazione teorica di un calciatore. Fa cose che sa fare solo lui. E non fa cose che sanno fare quasi tutti gli attaccanti. Ciò nel senso che la sua interpretazione di ogni colpo del repertorio calcistico è assolutamente singolare. Fuori dagli schemi ordinari. Magari anche sgraziato. Ma semplicemente incontenibile. «Con lui, dieci uomini sono un esercito… Arriva in un attimo. Lo uccidete e lo rivedete vivo. Riuscite a prenderlo, ma è già scappato». È Sandokan-Osimhen. Fonte: Il Mattino
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