Spalletti nel post gara: “Dopo la Lazio si son dette tante cose. A Napoli sei a contatto con la storia”

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Prima della partita con l’Atalanta aveva detto di restare a terra e di guardare le stelle e nel post partita il tecnico di Certaldo analizza la prestazione contro gli orobici.

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E ora? «Il prossimo passo è riuscire ad arrivare a queste stelle».

Allo scudetto: Luciano Spalletti non lo dice, non lo nomina, ma è chiarissimo. «Tutti desideriamo quello, tutti sanno che faremo di tutto per arrivare a quello. Però di mezzo ci sono partite da giocare ancora per terra, con questa forza e questa convinzione di essere una squadra tosta. E tutto diventa più facile».

Un uomo felice. Giustamente felice. Ma anche un allenatore orgoglioso: «Venivamo da una sconfitta e avevano cominciato a dire le solite cose, e invece anche questa volta abbiamo reagito da grandissima squadra. I calciatori meritano questa soddisfazione: è stato divertente sentire certe cose dopo venti partite che non perdevamo. Come si sono avventati sulla preda è stata una cosa incredibile, ma noi abbiamo reagito». 

 

KVARA&DIEGO

 

Khvicha è l’uomo dei sogni e il signor Luciano gli rende omaggio: «

E ancora: «Tutto parte da quella pressione di Anguissa che recupera la palla: Osimhen si fa trovare pronto, la pulisce bene e poi la passa altrettanto bene a Kvaratskhelia. Uno straordinario dal punto di vista delle qualità tecniche, dell’uno contro uno nello stretto e dell’imprevedibilità. Quando ti guarda in faccia e ti viene a puntare diventa devastante, fa destro e sinistro con tale rapidità d’esecuzione… Se gli giri le spalle sei morto». 

KIMMONDIALE

 

E non finisce così: come sta Kim? Il bollettino recita: risentimento al polpaccio destro. «Sta benissimo. Quando è uscito gli ho detto: non t’inventare niente che domattina ti alleni».

E ride. Poi torna serio: «Lui in una partita fa venti cose incredibile: è il centrale più forte del mondo. Non era abituato a fare il regista basso, a giocare sempre la palla, ma quando gli dici le cose le codifica e poi va in guerra. E quando riconquista palla e decide di andare in percussione, attraversa il campo in cinque secondi con queste vampate di velocità. Appena avrà preso possesso di essere il più forte, non si sa dove arriverà». 

 

GRANDE SQUADRA

 

Spalletti distribuisce complimenti: «L’Atalanta ha fatto una grandissima partita, creandoci difficoltà nei duelli, e questo secondo me rafforza la qualità della nostra prestazione. Riuscire a segnare e a vincere è molto importante per la squadra: lo spirito di lottare e le aggressioni quando perdi il possesso sono la chiave di tutto e coinvolgono lo stadio. Creano l’atmosfera. Tutti volevano fare un calcio moderno e offensivo sin da quando sono arrivato. E poi hai un Anguissa del livello di questa partita, un Di Lorenzo che è Robocop e Lobotka che ogni volta ripropone il suo marchio di fabbrica».

Il Maradona conta i giorni e canta: vinceremo il tricolor. «Quando decidi di venire a Napoli entri in contatto con la storia: indossare questa maglia è una responsabilità. Qui bisogna vincere, non si accontentano di arrivare terzi. L’anno scorso ci hanno detto di tutto». E ride ancora. Ma ci crede.

 

Fonte: CdS

 

 

 

 

 

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