Il Caso – Sandulli non avrebbe giudicato la Juve, si è comunque autosospeso

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Piero Sandulli non avrebbe giudicato la Juventus sul caso plusvalenze. Eppure il clima di tensione e polemiche (in qualche caso si è arrivati alle minacce) attorno al mondo della giustizia sportiva lo ha convinto ad autosospendersi da vicepresidente della seconda sezione del Collegio di Garanzia, competente in materia di questioni disciplinari legate al calcio. Sandulli aveva rilasciato nei giorni delle interviste per spiegare il -15 inflitto alla Juventus, considerando «solida» la sentenza ma precisando d’altra parte come la penalizzazione non fosse stata spiegata in modo sufficiente a fronte dei 9 punti richiesti dalla procura federale. Dopo l’intervista, il 3 febbraio lo stesso Collegio di Garanzia aveva preso le distanze evidenziando in un comunicato che «tali dichiarazioni sono state rilasciate a titolo esclusivamente personale e non impegnano in alcun modo né il Collegio né i suoi componenti».  

 

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SANDULLI. Il ricorso sulla legittimità, che secondo quanto filtra non verrà depositato prima della fine di febbraio, sarà giudicato quasi sicuramente dal Collegio a sezioni unite, guidato dalla presidente Gabriella Palmieri Sandulli e formato dai n.1 delle varie sezioni, cioè Vito Branca (prima), Attilio Zimatore (seconda), Massimo Zaccheo (terza), Dante D’Alessio (quarta) e Virginia Zambrano (quinta). «Si è creata troppa confusione e non voglio creare fastidi né turbare la serenità di qualcuno» ha fatto sapere Sandulli. In ballo anche la volontà di preservare l’immagine pubblica della stessa Palmieri Sandulli, sposata con suo cugino.

PESO. Quando presiedeva la CAF, il giurista romano incrociò la strada bianconera sia ai tempi di Calciopoli sia a novembre 2020, respingendo il ricorso del Napoli e confermando la sconfitta per 0-3 degli azzurri e la penalizzazione di un punto dopo il match non giocato causa intervento della Asl. Sentenza che il Collegio successivamente ribaltò. L’autosospensione del 68enne è accompagnata anche da una riflessione personale sul “peso” di un incarico che, pur dando prestigio e fama a un professore di diritto, è di natura volontaristica e non prevede retribuzione. Di conseguenza, molti giudici già affermati cominciano a pensare che non valga la pena finire in beghe del genere per sola visibilità. A breve potrebbero rinunciare all’incarico anche Cesaro e Maffezzoli, entrambi componenti della prima sezione, che in passato sui social si erano lasciati andare a esternazioni piuttosto forti contro la Juventus.  Fonte: CdS

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