Kvara “millennial” oppure è la NextGen, fatto è che da subito è stata”Kvaramania”

Il georgiano, dallo scetticismo all'essere idolo, tutto in un girone d'andata

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Quante cose in quel ragazzo: lui è un Millennial, lo dice la sua carta d’identità, oppure è la NextGen, e quello è scritto nel talento o nella speranza o nei dribbling o nelle veroniche che squarciano nuovi universi e tracciano un orizzonte verde bianco e rosso. Ventidue anni tra due settimane, è poco più di un bambino, è assai più di un prodigio, è un fenomeno paranormale che come una calamita reclama l’attenzione dei media mondiali e come una calamità fa paura alle difese avversarie, perché ogni finta è una specie di coltellata nell’anima. Quando Khvicha Kvaratskhelia atterrò a Castel Volturno, nel mistero più fitto per una scelta coraggiosa e insolita, gli assegnarono – ovviamente – la corsia di sinistra: lo fecero per consentirgli di sprigionare il suo tiraggiro in georgiano; forse pure per colmare quel vuoto lasciato dall’addio di una bandiera, che era pure il capitano; quasi sicuramente, avendo consapevolezza di una fantasia estrema, per soffocare immediatamente un rimpianto che non si è avvertito, perché alla seconda giornata, dopo l’ouverture con Verona e Monza, si era già piombati nella Kvaramania, una dimensione favolistica che ha finito per rapire.

Factory della Comunicazione

Fonte: CdS

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