Agostini: “Napoli capolista grande merito di ADL, Giuntoli e Spalletti”

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Massimo Agostini, direttore dell’area tecnica del Cesena ed ex bomber di Napoli e Milan, è intervenuto ai microfoni di Santo Catenaccio, podcast condotto da Alberto Caccia e Michelangelo Freda. Queste alcune sue dichiarazioni:
Serie A? Il Napoli sta meritando il vantaggio ottenuto e ha avuto un rendimento costante che lo ha premiato, ma non credo che nessuno si aspettasse simili risultati ad inizio stagione. I partenopei hanno meritato finora con un quid in più, cambiando giocatori importanti per nomi meno prestigiosi che però stanno ripagando. Bisogna dare i meriti a Giuntoli, Spalletti e De Laurentiis per aver messo in moto questa macchina. Le squadre che inseguono non stanno convincendo. Il Milan ha acciacchi e vari piccoli problemi interni. La Juve ha recuperato con 8 vittorie e zero gol subiti. Si può dire di tutto su Allegri ma quello che conta sono i risultati non l’estetismo. L’Inter non si è capito ancora in quelle direzione vuole andare e per me anche Inzaghi ci mette il suo. Batte il Napoli e poi pareggia con il Monza, non si capisce il perché di questi risultati altalenanti. In questo momento solo la Juve sta facendo una corsa importante contro il Napoli. E la gara di venerdì sarà fondamentale per tutto questo, perché i bianconeri potrebbero riaprire tutto incredibilmente.

Nascita del mio soprannome? Condor mi fu affibbiato da Patrizio Sala, mio ex compagno di squadra che durante un allenamento mi ha dato questo soprannome che mi è rimasto attaccato tutta la vita. Era il 1984. È bello esser ricordati anche con questo nomignolo.

 

Il ricordo di Vialli e Sinisa. Abbiamo fatto lo stesso percorso sportivo ma in altre squadre. Ci hanno lasciato due grandi figure a livello umano e soprattutto a livello di educazione a livello sportivo. Vialli lo conoscevo meglio, era una persona intelligente e incredibile fuori dal campo. Gianluca sapeva stare in questo mondo, sapeva che nulla era dovuto, ha sempre lavorato duramente per ottenere i risultati che ha ottenuto. Noi dobbiamo ricordarli e ringraziarli per ciò che hanno fatto. Io quando giocavo guardavo gli attaccanti veri come lui e Van Basten. Ho appreso molto da calciatori come Vialli.

Com’è cambiato il ruolo degli attaccanti? Purtroppo negli ultimi 15 anni è cambiato il modo di interpretare questo ruolo. Molti allenatori hanno snaturato la punta con il Falso Nueve o utilizzando due trequartisti con una seconda punta per non dare riferimenti offensivi concentrandosi poco sul centravanti. Nel calcio moderno non si può fare a meno di questo ruolo. La costruzione del gioco senza il centravanti fa mancare quella magia finale che ti porta al gol e che ti fa vincere le partite. Il ruolo non finirà mai, si c’è stata una carenza sicuramente, ma tornerà il suo momento. Anche adesso in Serie A le squadre più forti hanno i 9 veri anche se non sono italiani. Purtroppo la nostra pecca è stata quella di cercare il nome invece di aspettare dei nostri giovani oltre che dedicare vera attenzione ai settori giovanili. Aggiungo che bisognerebbe pescare anche in Lega Pro e Serie D.

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