Pelè o Maradona? Storia di una rivalità fatta di veleni e riavvicinamenti

Ripercorriamo alcune tappe dell'eterna rivalità tra due dei migliori giocatori della storia

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Che notizia triste. Io ho perso un grande amico e il mondo una leggenda. Un giorno, spero che potremo giocare insieme a pallone nel cielo“. Scriveva così Edson Arantes do Nascimiento, in arte Pelè, quando morì Diego Armando Maradona. Sicuramente, se gli fosse sopravvissuto, Maradona avrebbe manifestato gli stessi sentimenti. Storia di una rivalità complicata tra due personaggi accomunati dalla genialità che li ha contraddistinti su un campo di calcio, ma per il resto all’opposto; eppure, alla fine sono riusciti a riavvicinarsi e a volersi bene. La domanda su chi dei due sia il migliore è un must per tutti i tifosi di calcio, perché più di tutti i grandi arrivati prima e dopo di loro sono stati capaci di rappresentare il talento puro applicato al pallone: “Discutono tutti di me e Diego, ma il più grande di tutti a mio parere è stato Di Stefano“, le parole di Pelè. Una domanda che non ha senso di esistere, troppo diverse le due epoche, quando chiudeva la carriera di uno iniziava la vita di un altro, eppure la loro rivalità aveva i connotati perfetti: Brasile contro Argentina, un uomo più funzionale alle istituzioni contro un vero e proprio ribelle, ma anche O Rei non sapeva trasgredire, se confessò di aver fatto l’amore per la prima volta con un travestito. Negli anni non si sono risparmiati insulti e frecciate reciproche, dal leggero “L’unico gol di testa importante di Maradona è stato di mano“, al pesante “I suoi trofei li ha vinti da drogato“, da parte di Pelè, con Maradona che è stato al gioco e certamente non aveva peli sulla lingua: “Come giocatore è stato il massimo, ma non ne ha saputo approfittare per far progredire il calcio“, fino al bruciante “Avrei voluto che si occupasse di Garrincha e non lo lasciasse morire nell’indigenza“. Un’antipatia reciproca che avvertivano entrambi e che non hanno mai nascosto: “Ci urtavamo troppo, ci vedevamo e partivano le scintille“, Maradona;  “Se sei il primo, sei il primo. Se sei il secondo, non sei niente“, Pelè. Il tempo, però, allevia tutte le ferite e porta a maturare, tanto che il primo passo verso O Rei lo fa proprio Maradona, quasi inaspettato: ai sorteggi per il Mondiale del 2018 il Pibe stampa un bel bacio sulla fronte a Pelè e l’anno dopo, quando la leggenda brasiliana viene dimessa dall’American Hospital di Parigi, dove era ricoverato da una settimana per una infezione delle vie urinarie, Maradona posta su Facebook una foto di tanto tempo prima con lui sorridente e Pelè con in mano la chitarra, scrivendo: “Questa foto ha compiuto 40 anni. L’abbiamo fatta a Rio de Janeiro, quando ci siamo conosciuti di persona. Come eravamo giovani… Ti auguro una prontissima ripresa, Rey Pelè, forza!!!“. Da questo momento in poi Pelè ha ammorbidito i toni verso Maradona, parlando quasi sempre bene del rivale di una vita: “Non avevamo un’amicizia intima, ma quando ci incontravamo scherzavamo l’uno con l’altro. Lui diceva di essere migliore di me, ma io gli ricordavo che segnavo di testa, di destro e di sinistro, lui solo di sinistro. Scherzavamo molto tra di noi su questa rivalità ma la verità è che di fronte a Dio siamo tutti uguali. Chissà se, avendo più tempo a disposizione, questa vicinanza si sarebbe trasformata in sincera amicizia.

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Fonte: La Gazzetta dello Sport

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