Casini: «Il 4 gennaio in A “IL FUORIGIOCO SEMIAUTOMATICO”». Come funziona (Grafico)

Il nostro sarà il primo torneo con la novità tecnologica: le decisioni in soli 5 secondi

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La Serie A come il Mondiale. Spazio al “Fuorigioco semiautomatico” che in questi giorni ha debuttato al Mondiale in Qatar. Lo annuncia il presidente della Lega di serie A, Lorenzo Casini. «Siamo pronti ad applicare anche in Italia – dice il numero uno dei club in un’intervista a Rai Italia – il fuorigioco semiautomatico già dalla ripresa del campionato il 4 gennaio». L’annuncio di Casini significa che tutto è pronto dal punto di vista tecnologico, sono stati compiuti i test del nuovo strumento che implementerà la svolta della Var. Ora, però, ci vuole il definitivo via libera che dovrà arrivare dalla Federcalcio, che a sua volta suggerisce ancora un po’ di prudenza. Ma la direzione è chiara. E ha pure un significato in qualche modo politico sportivo.

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Primo Paese In caso di assenso totale, l’Italia diverrebbe il primo campionato (come successo col Var) a introdurre quel che con l’acronimo si definisce SAOT. Il concetto principale è quello di stabilire la posizione dell’attaccante in circa 5 secondi. Utilizzando l’intelligenza artificiale. Le 12 telecamere installate nello stadio tracceranno 29 punti di ogni giocatore, indicando la sua posizione in campo con precisione estrema grazie a 50 fotogrammi al secondo. L’impulso arriverà alla sala-Var e l’uomo, in questo caso, tornerà dirimente solo per la definizione di fuorigioco “attivo” o “passivo”.

 

Promemoria Casini aveva rilanciato sull’idea del fuorigioco semiautomatico proprio in occasione dell’ultimo consiglio federale, convocato in forma straordinaria sul caso dell’arresto di Rosario D’Onofrio, il procuratore arbitrale, che aveva portato la Figc a prendere nel suo alveo la giustizia arbitrale. Casini, a nome dei club, aveva manifestato il suo scetticismo pur votando alla fine il suo assenso alla scelta. La sua posizione, però, era molto più articolata. Di fronte a uno scandalo che rischia di mettere in crisi la credibilità arbitrale, che nel calcio è materiale altamente infiammabile, serve una risposta di sistema più alta, e non un semplice spostamento di competenze verso la giustizia federale. Casini aveva citato nel suo discorso alcuni temi: la definitiva svolta verso il professionismo arbitrale, anche con un aumento dei compensi; la possibilità di dare agli arbitri lo spazio per illustrare le loro decisioni anche pubblicamente; un’ulteriore svolta tecnologica con l’esplicito riferimento al SAOT stesso.

Riforme Ma questi giorni di sospensione dell’attività causa Mondiale, sono serviti anche per andare avanti su diverse questioni. Anche perché ormai siamo vicini alla fine dell’anno, il momento in cui la Federcalcio vuole dalle leghe una parola definitiva sulla riforma dei campionati, o più in generale del sistema calcistico. Giovedì prossimo, si svolgerà l’assemblea dei club in cui il progetto Lega serie A sarà annunciato, probabilmente anche pubblicamente al termine della riunione fra le società. La proposta di riforma attraverserà diversi argomenti: dalle politiche dei vivai alle seconde squadre, al già citato miglioramento della Var e al tema del tempo effettivo. Su questo, però, gli ultimi sussurri fanno registrare un rallentamento in più sulla possibilità che i maxi recuperi – che sono materia ovviamente di Aia e Federcalcio – possano spostarsi dal Mondiale in Qatar al nostro campionato.

 

A rate Infine il tema delle rateizzazioni dei versamenti fiscali e previdenziali del calcio sospesi nel 2022 per aiutare i club travolti dall’emergenza Covid. Il quadro delle scelte politiche non cambia. Il governo ha già depositato formalmente la sua contrarietà alle soluzioni dei pagamenti spalmati a cinque anni senza sanzioni, contenuto nell’emendamento firmato da alcuni senatori (fra i quali il presidente della Lazio, Claudio Lotito). Si andrà verso una rateizzazione, ma con il pagamento di una percentuale del 3 per cento sulla cifra complessiva (per il calcio di Serie A sono in ballo 480 milioni). Come per le altre imprese. Casini ha voluto però puntualizzare che le speranze dei club non sono un atto di egoismo e riguardano tutto lo sport italiano: «Il danno principale – ha detto ancora il presidente della Lega – che ha subìto lo sport italiano dalla pandemia è stata la mancanza di liquidità che ha afflitto tutti i settori merceologici. Lo Stato ha sospeso per 11 mesi il pagamento perché non c’era liquidità. La richiesta dello sport italiano, non solo del calcio, è: se non abbiamo liquidità adesso, paghiamo tutto, ma fatelo pagare a rate. Perché dobbiamo pagare tutto insieme?». Va invece avanti, seppure con una riformulazione (non è prevista la proroga dei contratti in essere), l’emendamento che permetterà una durata maggiore dei contratti per la cessione dei diritti televisivi, da tre a cinque anni. E nei prossimi giorni si capirà meglio il destino dei provvedimenti del famoso “pacchetto competitività” annunciato dallo stesso Abodi. Fonte: Gasport

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