Il sosia di Maradona: “Ho scoperto a Napoli la mia nuova identità”

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La voce si rincorre già da qualche settimana, come in una buona novella tutta partenopea «Lo avete visto pure voi? grida il cameriere di una pizzeria in via De Deo, dove sorge l’ormai storico murale del secondo scudetto, meta di decine di migliaia di turisti in questo boom natalizio – Quello proprio è Maradona. Adesso mi faccio un selfie». Dopo lo scatto, il miracolo viene sciolto in ogni dettaglio. D10s è un tiktoker, si chiama Salvo Bivacqua, ha 58 anni, è originario di Termini Imerese (provincia di Palermo). «Sono io – sorride alzando indice e medio della mano destra – Sono il sosia di Maradona».

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Quando è nata questa sua nuova identità? «Da poco. L’ho scoperto proprio qui al santuario di via De Deo, nel mese di luglio, che assomigliavo tantissimo a Maradona. Lì per lì lo ipotizzavo, ma non ci facevo molto caso e non avevo mai pensato di far diventare reale questa mia somiglianza con il più grande calciatore della storia. Eppure, adesso che è scoppiato il fenomeno tutti mi fermano per la strada. Non sono stato io a iniziare, ci tengo a precisarlo. Sono stati proprio i tifosi di Maradona dei Quartieri Spagnoli a farmi notare che sono identico a lui».
Il turismo maradoniano è in grande spolvero. Da questo, dunque, derivano le sue visite al santuario di via Emanuele De Deo. «Questa è la quarta volta che vengo al murale. Arrivo da Milano e siamo diretti a Palermo. Ho voluto rivisitare il santuario per apprezzare le nuove opere».
Cosa le chiedono i passanti, vedendola in giro? «Mi fermano ovunque io sia e mi chiedono selfie e saluti. Qualsiasi via io percorra, da San Gregorio Armeno a piazza Garibaldi. Mi chiedono anche di cantare qualcosa. Il mio pezzo forte, per ora, è La Mano de Dios in argentino. Studierò presto anche La Vida Es una Tombola di Manu Chao. Sono un buon cantante e mi farà piacere aggiungere questo aspetto dell’intrattenimento vocale al mio lavoro di sosia».
Questa somiglianza con D10s sta diventando anche un modo per guadagnare qualcosa? «Onestamente, non so se potrei farlo diventare davvero un business: ci potrei provare, come le dicevo, unendo alla somiglianza fisica anche qualche esibizione canora in argentino o spagnolo. Comunque sia, fare il sosia di Maradona è diventato un po’ il mio mestiere. Anche se siedo su una sedia a rotelle, attualmente. Sono anche pittore, restauratore, e in passato lavoravo nelle chiese».
Si trasferirebbe a Napoli, a questo punto, con l’intento di investire nel suo nuovo «mestiere»? «Se ce ne saranno le condizioni lo farò. Ci sto pensando, ma devo ancora parlarne con mia moglie e i miei figli».
Per lei cosa rappresenta Maradona? «Maradona è tutto: è un ragazzo che ha iniziato dal nulla ma è riuscito a far gioire e ad aiutare tante persone. È stato un grande, a prescindere dalla sua qualità calcistica. È stato un uomo da lodare, e un punto di riferimento per tutti».
Il sosia di Maradona tifa Napoli? «Sì, lo dico sempre anche nelle mie dirette su TikTok, dove ho quasi 10mila follower. Tifo Napoli da sempre, ma specialmente adesso che sono il sosia di Diego. Un po’, naturalmente, tengo anche per il Palermo».
Il Mattino
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