Paolo fa il tifoso e fiuta il pericolo: «SÌ, È L’ANTI-NAPOLI»

Il vice allenatore del Benevento intervistato dalla Gazzetta della Sport è l’avversario numero uno di Spalletti»

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L’esperienza di un capitano, simbolo del ritorno alla vittoria. Nel 2012 Paolo Cannavaro sollevò una Coppa Italia, nessuno invece è riuscito a cucire il tricolore sulla maglia come oltre trent’anni fa. Mai come stavolta, però, il Napoli sembra esserci così vicino, anche se sono trascorse solo quindici giornate.

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Si può dire che gli azzurri sono favoriti per lo scudetto? «Da buon napoletano sono scaramantico. Di certo, il vantaggio di 8 punti è strameritato. C’è organizzazione, dedizione e solidità: se queste componenti saranno mantenute, non ce n’è per nessuno».

Cosa c’è di diverso dalla scorsa stagione? «La squadra non è soltanto bella ed efficace, ma è compatta. Per intenderci, i calciatori che dovrebbero fare la differenza sul piano tecnico, la fanno anche in termini di sacrificio. Questa per me è vera la mentalità vincente».

Chi rappresenta il maggior pericolo? «Il peggior avversario del Napoli è sé stesso. Deve cercare di isolarsi rispetto a tutte le polemiche che accompagnano ogni weekend. In Serie A poi bisogna avere paura di tutti i rivali, soprattutto se manca così tanto».

Partiamo dal punto di vista opposto: quale inseguitrice le sembra più temibile? «Inter e Juve hanno una profondità di rosa impressionante, specialmente i bianconeri: Pogba e Chiesa aumenteranno di molto il livello, sono giocatori da 20 gol in due. Quindi a voler scegliere un anti-Napoli, dico Juve».

E il Milan? «Credo sia un po’ più indietro rispetto all’anno scorso. Vincere spesso allo scadere è sintomo che c’è qualcosa da migliorare. Ma parliamo di oscillazioni minime, se no non sarebbe secondo».

Inter-Napoli alla ripresa diventa già una sfida scudetto? «Non è questione di quali partite si perdono, ma di quante. L’anno scorso le ambizioni sono sfumate cadendo in casa con Spezia ed Empoli. Ora invece è ancora imbattuto».

Rispetto alle tre sorelle, Spalletti perderà meno giocatori per il Mondiale. La sosta lunga è un vantaggio? «Visto il rendimento finora, sarebbe stato meglio non fermarsi (ride, ndr). Diventerà un fattore a favore di coloro che sapranno lavorare meglio nel periodo di ricarica. E anche dal punto di vista atletico, il Napoli ha saputo operare alla perfezione e si vede».

Fonte: Salvatore Malfitano (GdS)

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