Claudio Cardito, Jazzista: “Diego? Un artista…”

Interessantissimo tributo a Diego da parte del noto musicista napoletano

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Claudio Cardito, Jazzista, nel giorno del “Natale Calcistico”, ha voluto ricordare Diego.

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Claudio, ti lascio raccontare il tuo Diego, il nostro Diego:
“Ho pianto…E come avrei potuto non farlo…Mi rivolgo direttamente a Diego. Non hai idea quanto sia stato importante averti vissuto, Diego. Averti acclamato. Averti nella nostra vita. A Napoli. È  indescrivibile. La tua arte. Il tuo cuore. E quello che hai saputo cacciare dal tuo animo ribelle. Ma compassionevole. Geniale. Irrefrenabile. Ricordo così tante di quelle domeniche da ragazzino allo stadio. Vivere sollevato da terra. Dopo averti visto creare giocate uniche. Irripetibili. E poi cercare di emularti col pallone. E, con il cuore, provando a fare i palleggi girando il piede intorno alla palla. Come facevi tu. Oppure cercando di spiazzare il portiere. Con i rigori in controtempo. E sapere che non era importante diventare Maradona. Ma che era bello provare a fare quello che facevi tu. Il gol contro la Juve, dentro l’area di rigore…Pecci che ti passò la palla. E facesti gol. Un gol che sfida le leggi della fisica. Un gol impossibile. Ecco, facevi cose impossibili. E, noi napoletani, abbiamo sempre avuto un debole per le cose impossibili. Diego ci hai fatto sentire grandi. Come popolo. Oltre che come squadra. Hai portato gioia. Hai lasciato il suono del tuo nome, in quello stadio. Che riecheggia ancora. Die-go. Die-go. Die-go. Ed io ero là. Noi eravamo là. E saremo tutti noi. Ancora con te. Sempre. Napoli. L’Argentina. E tutti quelli che ti hanno amato. Ad accompagnarti nel tuo perenne viaggio verso il “Barba”. Come dicevi tu. Solo una cosa voglio dirti ancora , grazie Diego. Grazie Diego Armando Maradona”.
Mi scendono ancora le lacrime…Claudio, però adesso, per continuare ad onorare in maniera permanente Diego, illustraci anche un (apparentemente insolito) parallelismo tra l’arte calcistica di Diego e la musica Jazz:  
“Finalmente credo di aver capito meglio l’intuizione di qualche tempo fa. Riguardo Maradona ed il Jazz. Chi meglio di te può sapere e capire…Il suo training era pari a quello dei grandi jazzisti. Ci sono tutti gli elementi. Ritmo. Sperimentazione. Adattamento. Intuito. Elaborazione di pattern. Cliché. Equilibrio. Controtempo. Swing. Improvvisazione. Tecnica. Tecnica sperimentale. Innovazione. Skills. Progettualità. Interplay. Melodia (traiettoria). Incontro/scontro. Cioè in e out armonico…”.
Claudio, cortesemente, “traduci” anche per i non addetti ai lavori musicali :
“…Ovvero: gli spazi da impegnare dentro il campo…L’abitudine alla non ripetitività…Cercata e ricercata tenacemente…Palleggi inusuali…Altissimi…Oppure rimbalzi di suola…Con palline…Bottigliette d’acqua…
E, per ognuna di queste abilità, aveva dei sistemi personali di allenamento…Ma più di ogni altra cosa aveva immaginazione. A profusione. Fuori sistema. E poi gli assist…”.
Un genio. Totale. Assoluto. Grazie Diego. Per tutto. Per sempre.
A cura di Alessandro Cardito
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