Fabian Ruiz: “A Napoli stavo bene, qui mi chiedono di fare ciò che facevo in azzurro”

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Un’intervista in videochiamata rilasciata al giornale spagnolo El Pais. Così Fabian Ruiz spiega il suo approdo al Psg e l’estate di trattative con l’addio al Napoli. “Perché era ora di lasciare il Napoli?” E’ proprio la prima domanda. “Arriva un’offerta, tutti crediamo che sia molto buona, che non si possa dire di no a un club come il Psg, per il progetto che stanno facendo, per il club, per la storia. Avevo ancora un anno di contratto, e sia io che il Napoli avevamo interesse a trovare un’altra sistemazione. Penso sia stata un’ottima scelta”.

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CalciomercatoFabian racconta le “trattative estive”: “È successo mentre ero concentrato sulla preparazione col Napoli. I miei agenti mi hanno chiamato per informarmi che erano interessati, e poi ho parlato con Luis Campos, che mi ha spiegato il progetto, quanto voleva che fossi qui. Dopo ho parlato anche con l’allenatore (Galtier), che mi ha spiegato il suo modo di giocare, le idee che aveva. Quelle conversazioni sono state molto belle, mi hanno dato molta fiducia, quella voglia di essere qui con loro, di lavorare insieme, ed è stata una delle cose che mi ha fatto confermare quella decisione. A loro piace quello che ho fatto in questi anni. Al Napoli, per lavoro o fortuna, le cose andavano bene, come squadra e personalmenteMi chiedono le cose che stavo facendo. L’ordine. Sii organizzato sul campo. Alla fine sono un giocatore a cui piace correre, stare in alto, in basso, e me lo hanno chiesto, che potessi raggiungere l’area, e poi rientrare, aiutare la squadra in fase difensiva. Perché alla fine siamo una squadra molto aggressiva, abbiamo tante persone davanti, e in mezzo dobbiamo avere quella solidità per poter difendere bene, compatti. Mi chiedono un po’ di entrambe le cose: aiutare la squadra in fase difensiva, ma allo stesso tempo raggiungere l’area avversaria”.

Neymar, Messi, Mbappè…“All’inizio è un po’ impressionante, sapere che giocherai con loro, che vivrai con loro ogni giorno. È un privilegio. Ma allo stesso tempo è normale. Sono ragazzi normali. Ricordo quando ho lasciato il Betis per il Napoli. I primi mesi sono stati molto difficili. Ho anche avuto un periodo un po’ difficile. A causa della lingua, a causa del cambio del Paese. Dopo tanti anni circondati da famiglia e amici, vedendoti da un giorno all’altro da solo in una nuova città senza conoscere nessuno, all’inizio è stata dura. Ero anche più giovane. Potrebbe essere stato il cambiamento più difficile. Ma impari da tutto, e non avrei mai immaginato che dopo quattro anni sarei stato bravo come sono stato. Ora sono più grande, ho già avuto quell’esperienza e sono un po’ più pronto”.

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