Un anno di valutazione della difesa azzurra: un solo flop, la stella è Di Lorenzo

La palma del flop spetta a Meret, in cronaca le valutazioni

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Così il quotidiano Il Mattino vota la difesa azzurra:

Factory della Comunicazione

Ospina 6,5
Il titolare intoccabile in campionato. 32 partite. Poi riserva in Europa. Il contributo nelle letture del gioco è determinante: comprende in anticipo lo sviluppo dell’azione e riesce a fare quasi sempre la scelta giusta. Pochi episodi negativi, qualche ottimo intervento, decisivo nel colpaccio di Bergamo. Negli occhi la parata su Luis Alberto nell’andata con la Lazio. Non impeccabile nel 2-3 con la Fiorentina.
Meret 5
Certo, la papera di Empoli. Ma sul giudizio pesa una stagione senza grandi errori, a parte l’harakiri toscano, ma con troppe interruzioni per accidenti di vario tipo. In Europa regge al turnover, qualche gol evitabile ed un salto di qualità che non è arrivato. Strepitoso su Ghiglione in Genoa-Napoli 1-3. Ma resta la sensazione del capolinea dell’esperienza in azzurro anche perché ha bisogno di continuità.
Koulibaly 6,5
Una stagione sopra la sufficienza, ovviamente, con qualche passaggio a vuoto come nel match interno con l’Udinese, con qualche gara sopra le righe e qualche prestazione, come in casa con l’Inter, con qualche errore che pesa. Va e viene dall’Africa, fa crescere Rrahmani dopo l’addio di Manolas. Si regala un altro gol vittoria alla Juve all’85’. Vittima del becerume da stadio a Firenze e a Bergamo. Reagisce da 10.
Rrhamani 6,5
Parte riserva di Manolas, ma dopo che il greco va in tilt con la Juve scocca la sua ora. Esordio con il Leicester, gli azzurri prendono due gol, ma il kosovaro mostra il suo valore. Decisivo gol a Firenze. Non esce più. Bene nel confronto con tutti i grandi attaccanti del campionato, rari i momenti di scarsa lucidità come quello con la Fiorentina quando perde palla a metà campo in un dribbling o nella notte del 2-4 con il Barcellona.
Juan Jesus 6,5
La sorpresa del pacchetto centrale. Nei vuoti lasciati da Koulibaly per infortuni e Coppa d’Africa si è inserito con personalità, guidando il reparto e sbagliando pochissimo. Riconferma meritata per la prossima stagione anche perché quando c’è stato da fare il passo indietro lo ha fatto senza un sospiro. Vittima anche lui delle tante disattenzioni letali che porta al gol di El Shaarawy, ma in generale una saracinesca.

Tuanzebe SV

Va via da Napoli dal Napoli senza lasciare traccia del suo passaggio. 130 minuti, ma praticamente tutto il bottino in Coppa Italia con la Fiorentina in una gara dove Vlahovic trovò spazi fin troppo larghi grazie alle sue amnesie. Mai scattata l’empatia ma era arrivato per sopperire al periodo in cui Kk sarebbe stato in Africa. Dunque, era riserva. E da riserva è stato trattato. Torna allo United in cerca di una nuova avventura.

Mario Rui 7,5

Va via da Napoli dal Napoli senza lasciare traccia del suo passaggio. 130 minuti, ma praticamente tutto il bottino in Coppa Italia con la Fiorentina in una gara dove Vlahovic trovò spazi fin troppo larghi grazie alle sue amnesie. Mai scattata l’empatia ma era arrivato per sopperire al periodo in cui Kk sarebbe stato in Africa. Dunque, era riserva. E da riserva è stato trattato. Torna allo United in cerca di una nuova avventura.

Ghoulam 6,5

Poche gare, ancora tanti infortuni e quello spirito indomito misto al rimorso per non aver potuto dare di più. Resterà negli occhi la stoica prova contro la Juventus contro un Napoli decimato da covid ed assenze e anche la domenica dopo nel derby con la Salernitana. Lascia con un plauso: ha l’Oscar della sfortuna, davvero non si sa a che livelli poteva arrivare senza quei due infortuni devastanti. Chiude da capitano con lo Spezia. Sacrosanto.

Di Lorenzo 8,5

Colossale. Stagione dal rendimento esaltante: fa quasi dubitare se ci si trovi al cospetto un atleta normale. Robocop è il soprannome ideale. Corre, difende, attacca, crossa, chiude e prova anche la conclusione. Quando non c’è stato, Spalletti (ma anche Mancini) hanno vissuto gli incubi peggiori. Non è un caso che senza di lui il Napoli ha sbandato e l’Italia è deragliata con la Macedonia. Deve essere lui la nuova bandiera azzurra. 

Malcuit 4

Già era tutto scritto, ovvero sarebbe andato via. Ma ha fatto ogni cosa per non lasciare un rimpianto. Distruttivo contro l’Empoli, poi tra infortuni vari e Covid è stato più spettatore non pagante che altro. Forse solo con l’Atalanta al Maradona è una nota lieta, schierato a sorpresa nell’inedito 3-4-3. Inseparabile con Koulibaly, fuori dal campo è degno di un personaggio di De Amicis, per la sua quotidiana opera di beneficienza ai clochard. 

Zanoli 5,5

Il voto è la sintesi tra la gara con l’Atalanta (che premiammo con 8) e quelle successive dove non ha fatto bene come nell’esordio in serie A. Ha, in ogni caso, a Bergamo mostrato di avere le doti del terzino forte e grintoso, suo l’assist con cui poi Mertens si procura il rigore. Deve fare ancora qualche passo per trovare la personalità per affrontare, da giocatore pronto, sia l’emergenza sia la gestione corrente in un top club. 

 

Fonte: Il Mattino

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