D. La Marca, avvocato: “L’operazione Vlahovic stona con le dichiarazioni per la ricerca di aiuti governativi”

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Su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico La Marca, avvocato esperto di diritto sportivo e scrittore:

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L’operazione Vlahovic
“In generale l’operazione Vlahovic, 75 milioni di euro più bonus con un contratto di 7 milioni per il centravanti serbo e laute commissioni per il suo management, stona con le dichiarazioni provenienti dal mondo del calcio alla ricerca di aiuti governativi e da parte di alcuni finalizzate a giustificare il vano tentativo di introdurre una nuova ed esclusiva competizione come la Superlega.
Premesso ciò, non condivido tutto il clamore creatosi intorno a questo investimento, la Juventus attraverso Exor, ha appena concluso una cospicua ricapitalizzazione, destinata in parte a ripianare le perdite ed un’altra piccola percentuale per innalzare il livello tecnico della squadra.
L’acquisto di Vlahovic, classe 2000, è il chiaro segnale che la Juventus voglia gettare le basi per un solido futuro, prelevando calciatori i cui costi possono davvero essere ammortizzati nel corso di più stagioni e che porteranno i bianconeri ad essere nuovamente competitivi in Italia ed in Europa.
Ciò non toglie che la Juventus provvederà in questi sessioni di mercato a ridimensionare i costi, soprattutto in merito a determinati ingaggi. che non hanno portato alcun vantaggio ai bianconeri sia in termini sportivi che finanziari.
Bisogna anche evidenziare come il valore della rosa del club permette alla Juventus con alcune cessioni di rientrare dalla spesa di Vlahovic.
Inoltre c’è sempre la questione Dybala, il cui rinnovo alle cifre sentite comporterebbe un esborso pari a 100 milioni, per un calciatore, dall’indiscusso valore, che però per vari motivi da anni è sotto ai suoi standard, pertanto la Juventus potrebbe aver virato tali somme proprio per anticipare l’arrivo di Vlahovic sotto la Mole”
Commissioni ed agenti
“Sono contrario fortemente alle critiche che i media stanno indirizzando verso i procuratori, che sono dei professionisti, come i calciatori, che cercano di massimizzare i loro profitti. Le società di calcio sono libere o meno di riconoscere tali bonus, nessuno obbliga i club ad investire determinate somme, difatti alcuni sodalizi sportivi, come Napoli e Lazio, in tal senso hanno dimostrato di essere davvero degli ossi duri in merito a tali richieste. Non credo che inserendo dei paletti alle commissioni, le cifre d’acquisto andrebbero a calare, visto che gli stessi agenti potrebbero in qualche modo indurre i loro assistiti a fare richieste più esose (sempre al fine di vedere soddisfatte le loro prestazioni professionali).
Credo che il problema sia rappresentato da questa nuova “moda” di portare a scadenza i calciatori, per questo nuovo malcostume che sta imperversando nel mondo del calcio una soluzione potrebbe essere, un po’ come previsto all’art.17 del regolamento Fifa, fissare sulla base di parametri oggettivi (età, presenze in nazionale, presenze nel club e nelle competizioni internazionali etc) una somma che deve essere riconosciuta al club che perde il calciatore a parametro zero. Così la squadra che decide di investire su un giocatore in scadenza si ritroverebbe a dover pagare un compenso al club di appartenenza, lo stipendio del calciatore e non credo che poi avrebbe così tanta voglia di investire ulteriori somme a titolo di commissioni”.
La cessione di Gosens
“Credo che l’Atalanta abbia fatto bene a cedere il ragazzo, era evidente la volontà del calciatore di provare una nuova esperienza. L’Atalanta ha ottenuto dalla sua cessione una cifra comunque di un certo rilievo (la stessa che è stata investita per Boga) e credo che abbia ceduto il calciatore nel momento giusto visto che parliamo di un esterno tutta gamba che va sui 29 anni. Inoltre i bergamaschi già hanno sopperito in questa stagione alla sua assenza, considerato che il suo lungo infortunio ha costretto Gasperini a valutare delle alternative tecniche e tattiche, e mi pare che fino a quando ha avuto la rosa al completo si parlava di un Atalanta in lotta per lo scudetto.
L’Atalanta è davvero un grande esempio, di come le società che non vantano alle loro spalle fondi, proprietà americane e quanto altro, possono fare calcio ad altissimi livelli. Non è un caso che nello scorso mercato estivo, mentre in tante cercavano acquisti con diritto, obbligo di riscatto o semplicemente in prestito, la società orobica ha messo mano al portafoglio e si è assicurata calciatori come Koopmeiners e Musso, dimostrando che con le giuste mosse anche un club di origini “umili” può fare la voce grossa sul mercato”.

 

 

Fonte: 1 Station Radio

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