Mertens: “Se sarà un addio, a casa piangeranno tutti. Ho un asso nella manica”

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Nella faccia da scugnizzo che ha accettato di confessarsi con il Corriere dello Sport-Stadio, Dries Mertens porta i segni del proprio vissuto – i 143 gol, i capolavori che sembrano strappati da una galleria d’arte fiamminga, e varie altre cose ancora – ma lascia che restino adagiati ai confini di un intimismo che ne rivela i tratti umani, persino i sentimenti nei confronti di quella Napoli che l’ha accolto e l’ha adottato, fi no ad eleggerlo a cittadino onorario di nome Ciro. In questo processo identitario, tra ciò ch’è stato e quel ch’è divenuto, Mertens ha scavato il proprio percorso, la sua dimensione, il desiderio di non chiedere a se stesso nient’altro che non sia ancora e solo Napoli: «Spero che sia questa la mia ultima tappa calcistica». Come una lettera lanciata tra le onde, in una bottiglia, con dentro l’unico messaggio che si possa immaginare.

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Come la chiamiamo, Ciro o Dries?

«Vada per Dries» […]

Lei da Napoli non vorrebbe staccarsi: s’immagina il suo futuro?

«Io sto qua. Ho un contratto con opzione a favore del club. Aspetto e poi si vedrà. So che esistono due strade, una è quella dell’addio. E so anche che nel momento in cui sarà inevitabile salutarsi, a casa Mertens piangeranno tutti, io, Kat, anche il bambino, mi creda. Io qui sono un uomo felice e lo è la mia famiglia. Ma bisogna essere realisti e pratici: il Napoli potrebbe non avere più bisogno di me, e spero non accada subito, però nel caso in cui questo si dovesse verificare, io tenderò la mano, sarò grato per avermi dato la possibilità di appartenere a questo mondo e di avermelo fatto apprezzare. Non dimenticherò un solo istante».

La strategia per il rinnovo è chiara

«Segnare tanto, così Adl sarà costretto a tenermi. Più gol faccio e più lui capirà che varrà la pena farmi firmare. E poi ho l’asso nella manica…»

Se possiamo, sveliamolo.

«Invece di andare in giro a buttare soldi, per compare un attaccante nuovo, gli concedo la possibilità di tesserare mio figlio. Ha un centravanti giovane, con una carriera lunga davanti a sé. Ed io non devo mollare né la casa, né tantomeno Napoli».

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Fonte: CdS

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