Stadio Maradona, negato l’ingresso all’invalido «Con la stampella non puoi entrare»

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Dove comincia il dovere di un addetto alla sicurezza che applica alla lettera i regolamenti, e dove finiscono i diritti degli invalidi? A chiederselo è Gennaro Imperatore, una lunga carriera da psicologo e psicoterapeuta, consulente del Tribunale di Napoli, con una vita spesa al fianco di minori e fasce deboli. E non si pone una domanda astrusa, considerata l’esperienza che ha vissuto ieri sera all’esterno dei cancelli dello stadio Maradona. «Dopo una lunga degenza e una complicata riabilitazione seguita ad un incidente stradale – spiega al Mattino – avevo deciso di andare allo stadio a vedere la partita del Napoli in Coppa Italia. Cammino ancora con l’ausilio di una stampella, dopo la frattura del femore, ma nell’esibire il biglietto nel settore Distinti sono stato bloccato da uno steward che mi ha impedito l’ingresso adducendo motivi di sicurezza».

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LA TENSIONE

A quell’addetto dello stadio il medico ha provato a spiegare le sue ragioni, la sua invalidità, l’impossibilità a poter camminare senza un supporto. Ma niente: lo steward è stato irremovibile. «Qui lei con quel bastone non entra». Punto. E a poco sono serviti i ragionamenti, i tentativi di spiegare all’addetto agli ingressi che un uomo ormai attempato, professionista, persona incensurata, sugli spalti non avrebbe mai usato quella stampella per creare disordini o violenze. Niente da fare: ingresso vietato.
«Si possono trattare persone con disabilità motorie in questo modo? – si chiede il dottor ImperatoreQuando poi penso che nelle curve entra di tutto, droga compresa, e ripenso a come sono stato trattato ieri sera da un giovanotto che si divertiva ad applicare un inedito rigore con me, vietandomi di poter vedere la partita con un regolare biglietto, allora veramente mi arrabbio. Nel 2022 siamo ancora a questo?».

L’INTERVENTO

Imperatore era giunto un’ora prima del fischio d’inizio della partita ai varchi d’ingresso dei Distinti dello stadio di Fuorigrotta. Qui si è imbattuto nel controllore che, a suo modo, ha interpretato alla lettera le regole di accesso che impediscono di portare oggetti potenzialmente pericolosi. «Se avesse piovuto – ironizza – quel signore non avrebbe fatto entrare chiunque avesse con sé un ombrello. E io non ero il solo: poco dopo è arrivata un’altra persona disabile con la stampella, e anche a lui è stato negato l’accesso».
Risolutivo è stato l’intervento dei carabinieri. I militari presenti in zona, allertati da qualcuno che segnalava la presenza di alcuni disabili ai quali veniva impedito l’ingresso, hanno semplicemente usato il buon senso, convincendo gli steward a far entrare i due portatori di handicap. M, alla fine, Imperatore ha dovuto lasciare all’esterno la stampella ed essere preso in braccio per fare le scale. Una storia che fa riflettere. Applicare le regole è un compito spesso difficile, ma nel farlo serve equilibrio.

A cura di Giuseppe Grimaldi (Il Mattino)

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