De Laurentiis ci ha provato, poi, nel rispetto del protocollo, ha deciso

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Conoscendolo, avrà faticato a mantenere la calma. De Laurentiis è stato in contatto per tutta la giornata di ieri con i vertici del pallone (e del governo), poi si è arreso. Quando ha fatto partire il Napoli per Torino e quando ha detto ai suoi di scendere in campo. Dal Pino e De Siervo non hanno voluto sentir ragioni, sono andati dritti come un treno. Si deve giocare. E poco importa se è una sorta di commedia dell’assurdo. Il calcio, d’altronde, non è che lo specchio di questo caos, di questa incredibile differenza geografico/amministrativa tra una Asl che fa partire e un’altra che invece blocca a casa. A parità di condizioni. Ieri quelle di Udine, Torino, Salerno, Bologna hanno imitato la saggezza dell’Asl Napoli 1. Che è stata l’unica a contraddire se stessa, a mortificare la propria decisione. Stessi focolai, stessi rischi, stesso tutto. E allora il Napoli ha preso una decisione: ha schierato allo Stadium Zielinski, Lobotka ed Rrahmani, visto che il famoso protocollo Figc dice che i tesserati negativi ma in quarantena possono uscire per recarsi a giocare ed allenarsi. Così è. Anche se non vi pare. E vediamo oggi le risposte delle due Asl. Ma soprattutto cosa farà la Juventus, che certo è apparsa assai contrariata dalla presenze dei tre. Probabile che valuti un ricorso.

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Il Mattino

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