Spalletti verso l’Inter: «Non c’è nessuna rivincita. A noi serve per cercare un pezzetto di felicità”

Il tecnico del Napoli presenta la sfida di Milano da ex

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C ’eravamo tanto… Vabbè, vai capire, fu amore e poi diventò altro, perché succede (spesso) così anche nel calcio. E però, ora ch’è finita da un bel po’, non c’è modo migliore per incontrarsi e lasciare che un po’ lo sguardo dell’Inter si perda verso l’alto.

«Non c’è nessuna rivincita e per me il passato non è mai passato».

E forse il futuro sta per arrivare: perché stasera, inutile nasconderselo, dentro un’ora e mezza può pure nascondersi una mezza verità. «Partita importantissima, vero. Ma non decisiva». La chiamerebbero indicativa, soprattutto per l’Inter, che non potrà permettersi di perdere, forse neppure di pareggiarla, certo vorrebbe vincerla, come Spalletti, che torna a casa sua, due passi dal «bosco verticale», e che pur restando signorilmente distante da quel divorzio immeritato, qualcosa si porta appresso. «Sono stato mandato via e sono andato a casa. Poi è ovvio che delle valutazioni vanno fatte. Se uno ha la possibilità di spendere 240 milioni di stipendi e non 100 si vanno a prendere calciatori più abituati a vincere dal Chelsea, dal Manchester City o United»Inter-Napoli, piaccia o meno, è tutta sua, che nella San Siro nerazzurra si presenta – «vendicativo» che non è altro – da capolista e che a Inzaghi può sistemare una di quelle spallate che possono far male, eccome. «Andremo entrambi alla ricerca della vittoria. Loro sono fortissimi e lo hanno fatto vedere anche in questi mesi. Per noi, è un passaggio significativo verso un’altra piccola felicità: sentiamo la città alle nostre spalle, ci spinge, freme e vorremmo regalare gioia». 

 
COMANDANTE

Koulibaly è il leader, l’uomo in più, la stella polare che il Napoli ammira: «In settimana, nel primo allenamento, gli si è incastrato un piede ed è andato in torsione. Si è fermato l’allenamento, in un attimo c’erano tutti, calciatori, medici e magazzinieri intorno a lui, in ansia. Io sono stato. Lui è veramente una persona straordinaria, io ne ho avuti, sono stati uno di quelli fortunati. Però la fortuna ancora con me non ha finito il suo lavoro». La strada è tracciata.

Fonte: A. Giordano (CdS)

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