Giocò contro Maradona, Stanislav Cherchesov: «Vi racconto Diego e Spalletti amici speciali»

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Mosca 1990 c’era. Varsavia 2015 c’era. Napoli 2021 è come se ci fosse. C’è un filo sottile che lega Stanislav Cherchesov, 58 anni, e il Napoli. È stato il portiere dello Spartak Mosca che eliminò Maradona e gli azzurri dalla Coppa Campioni del 1990, è stato l’allenatore della Dinamo e del Legia Varsavia che per due anni hanno sfidato gli azzurri in Europa League.
Partiamo da novembre 90.
«Quella fu una doppia sfida memorabile. Maradona era un personaggio di portata mondiale e arrivò a Mosca proprio quando stava per sparire l’Unione sovietica. La notte della famosa fuga nella Piazza Rossa rimane un momento iconico: tra verità e leggenda. La partita con il Napoli si sarebbe giocata il 7 novembre che per il popolo sovietico non è una data banale visto che si tratta del giorno in cui si festeggia la rivoluzione di ottobre. Diego arrivò a Mosca il giorno prima con un volo privato, in ritardo rispetto al resto della squadra e fin da suo arrivo iniziò a circolare la voce circa la volontà di vedere la Piazza Rossa. Per una persona normale sarebbe stato impossibile perché alla vigilia della parata militare la piazza era blindatissima».
E invece?
«Le guardie lo hanno riconosciuto e lo hanno fatto passare perché anche loro lo consideravano un mito».
E poi ci fu la partita.
«Lui partiva dalla panchina e già questa cosa non piacque al pubblico di Mosca che rumoreggiava in attesa del suo ingresso. Una volta alzatosi per fare il riscaldamento, tutto lo stadio esplose in un boato».
Però lei da portiere dello Spartak è rimasto imbattuto tra andata e ritorno.
«È stata una bella soddisfazione. Diego sbagliò il suo rigore, ma non per una mia parata: tirò fuori. Quella contro il Napoli di Diego fu l’unica partita della mia carriera vista dal vivo da mio padre. Venne proprio per Maradona e portò una tradizionale bevanda alcolica all’anice della nostra Ossezia, fatta in casa per lui: gliela regalai dopo la partita e facemmo una foto».
Negli anni vi siete ritrovati?
«L’ultima volta nel 2018 in Russia e si ricordava benissimo di me. La notizia della sua morte un anno fa mi ha molto rattristato: era una persona speciale, non solo un fuoriclasse in campo».
Lei però a Napoli è tornato da allenatore della Dinamo Mosca e del Legia, che oggi sfida gli azzurri: si aspettava che potesse essere una partita da dentro o fuori?
«Credo che la partenza del Legia sia stata una sorpresa un po’ per tutti».
Che rapporto ha con Spalletti?
«La prima volta siamo andati a cena in Austria, quando io ero senza squadra e lui era in ritiro con lo Zenit. Da lì poi ci siamo visti tante volte. È un grande professionista e ci siamo trovati benissimo. Con le sue idee ha dato molto al movimento del calcio russo». B. Majorano (Il Mattino)

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