Le invenzioni di Spalletti: il nuovo Fabian, il “senso” di Osimhen

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Con una mediazione abile e paziente ha tenuto vivo il dialogo con quel vulcano fatto uomo di Aurelio De Laurentiis. S’è inventato Fabian Ruiz regista arretrato, trapanandogli il cranio con la sua intuizione, che non si tratta di trascinare la palla vagabondando senza meta nei margini del campo, sprecando energie e senza essere quasi mai determinante, ma di farla viaggiare. Spalletti gli ha dato una casa nel campo e Fabian ora gioca da re.
Ha preso quel mostro alato di Osimhen e ha dato un senso e una direzione al suo talento selvaggio. La sintesi giusta per andare in porta senza fronzoli o dispersioni. Margini di miglioramenti enormi, tattici e tecnici.
Aveva bisogno di muscoli e personalità in mezzo al campo, Lucho. Voleva Zakaria, ma costava troppo. S’è trovato Anguissa e ha scoperto più oro di quanto immaginasse. Un tuttocampista fantastico, che sa fare tutto, ma anche un ragazzo magnifico, un africano pacato, riflessivo, perbene, molto simile come personalità a Koulibaly. I due insieme, aggiungi Osimhen: bingo! Strapotere fisico, ma anche rabbia, senso della sfida. Vigliacchi insultatori dalle tribune, occhio! Questi sono capace di venire su a prendervi, come fecero Ron Artest e compagni dell’Indiana Pacers nel 2004, la rissa più clamorosa della storia dell’Nba. 

Factory della Comunicazione

G. Dotto (CdS)

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