Bargiggia: “La causa della crisi di Juve e Atalanta sono gli allenatori. Inter e Milan belle realtà”

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La nota negativa della giornata è la crisi della Juventus, determinata non solo da numeri e risultati ma anche da identità e di gioco – queste le parole di Paolo Bargiggia, giornalista esperto di calciomercato, nella sua rubrica “Parola di Bargiggia” durante “1 Football Club”, trasmissione prodotta dalla testata “IlSognoNelCuore” e condotta da Luca Cerchione, in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio – Allegri non sta incidendo sotto questo aspetto, la società ha grosse responsabilità avendo buttato via due progetti con Sarri e Pirlo. Agnelli ha mantenuto in piedi la società con le plusvalenze degli ultimi anni, ma già con Ronaldo hanno commesso un disastro. Max non aveva idee di calcio in precedenza, e lui è rimasto ancorato ai suoi concetti in questi due anni da fermo. La crescita di un progetto deve partire dal gioco, e il loro restare dietro la palla non è un buon segnale per il calcio italiano. Atalanta? I nerazzurri di Bergamo sono la sorpresa in negativa di questo inizio stagione. Le modalità di interazione di Gasperini stanno intossicando l’ambiente, creando una crisi di rigetto come accaduto a Genova. Il tecnico ha due problemi: la continua ricerca di alibi e lo strappo con la società, avendola criticata post Fiorentina per non avergli acquistato attaccanti nonostante Zapata e Muriel. Inter? Bella squadra, non ammazzerà più le partite come con Lukaku ma con un gioco più di qualità. È una bella realtà, sono riusciti a superare l’uragano del mercato. Milan? Giocano il miglior calcio in proporzione al rendimento, aiutato dalla coerenza sul mercato, a differenza di Juventus e Lazio, non avendo cambiato progetto. Hanno inserito delle pedine utili al progetto. Non mi aspettavo, però, che Sarri subisse il Milan in termini di gioco. Roma? Può dire la sua in questa stagione, lo spirito di Mourinho in Serie A può entrare nella testa dei calciatori. Ancora non sappiamo che identità hanno ma riescono ad assimilare i concetti dell’allenatore in termini di determinazione e danno il 100% in campo. In Premier José faceva fatica in questo perché erano di un livello superiore”.
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