Detrattori a parte, l’anno magico di Jorginho sa di rivincita

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«Fin dai primi provini fatti in Brasile c’è chi mi ha criticato e bocciato ma tutto questo nel tempo mi ha reso più forte: non ho mai abbassato la testa né ho mai smesso di credere in me. Non dico che andare a giocare all’estero sia stato necessario ma di sicuro mi ha aiutato a crescere», spiega Jorginho, uno dei fuoriclasse della Nazionale campione d’Europa. Ha avuto la fortuna di incontrare lungo la sua strada uno come Sarri, l’allenatore che a Napoli sei anni fa gli ha cambiato la vita. Mancini, a Coverciano, ha fatto una scontata dichiarazione di voto per Jorginho: «Merita il Pallone d’oro». Perché ha fatto grandi cose nei mesi scorsi, vincendo in ordine di tempo Champions League, Europeo, Supercoppa europea. Ha ricevuto un riconoscimento dell’Uefa nel giorno dei sorteggi Champions, attende che sia comunicato il vincitore del Pallone d’oro 2021.
Può sembrare strano, anzi incredibile, ma i detrattori ci sono ancora. Cassano, un talento che avrebbe meritato migliore sorte se avesse avuto un’altra testa, ha detto dopo l’Europeo: «Sarebbe uno scandalo se Jorginho vincesse il Pallone d’oro». Lui ha abbozzato. La verità è che Jorginho non ha mai mollato perché aveva fame e umiltà. E vuole che ne abbia anche la Nazionale, una squadra vera, dove Jorginho ritrova Insigne. «Io a rischio per la botta al polpaccio? Nessun problema: per fermarmi dovrebbero tagliarmi la gamba».
Il Mattino

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