Hugo Maradona motiva la sua candidatura. Da 40 anni si impegna nel sociale

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Mentre Catello Maresca ed Enzo Rivellini questa mattina presenteranno la candidatura di Hugo Maradona, nella lista Napoli capitale, spunta il caso delle verifiche legate alla cittadinanza del fratello del Pibe de Oro. Hugo infatti è nato in Argentina, ma è sposato con una donna italiana nel 2016, con il rito civile. Maresca e Rivellini, questo sarà uno dei temi oggetto della conferenza, chiederanno un incontro al Prefetto, per superare eventuali impasse, sicuri di riuscire a spuntarla e candidare Maradona al Consiglio comunale. «Hugo fa rumore per il cognome che porta, ma è una persona che nel silenzio, da 40 anni, si impegna nel sociale offrendo a tanti ragazzi, anche attraverso lo sport, una possibilità alternativa alla strada. Quella dell’associazionismo è un’esperienza che ci accomuna. La sua candidatura non può che arricchire il nostro progetto per Napoli» spiega al Mattino, Catello Maresca.
Ma sentiamo la voce del diretto interessato. Hugo Maradona, come mai ha deciso di scendere in campo e come mai ha deciso di farlo con Napoli capitale? 
«Perché mi hanno chiamato, per la precisione Enzo Rivellini e mi è piaciuto il progetto che si ha in mente. Quello che mi hanno chiesto e soprattutto ciò che ho proposto loro. Il mio pensiero è andato di pari passo con quello loro, ovvero lavorare con i bambini, nel sociale. Non è che mi voglia candidare per cambiare le sorti del Paese, la politica non mi interessa, a me interessa il sociale. Mi hanno offerto questa cosa mi è apparso interessante». 
Come è riuscito a convincerla Enzo Rivellini (presidente di Napoli capitale)?
«Non è che mi hanno dovuto convincere. Io lavoro da sempre con i bambini non è che abbiamo parlato di politica o di idee politiche. Quando sono stato convocato da Rivellini e mi ha detto sì al mio progetto che guardava esclusivamente al sociale ho deciso. Non voglio fare certo discorsi da uno che va in Parlamento, voglio soltanto aiutare i bambini di Napoli. Oltretutto veniamo da due anni di pandemia, con i bambini chiusi in casa. Se si potrà andare avanti su questo percorso, con il progetto che ho proposto a Maresca e Rivellini allora lo farò, altrimenti continuerò a portare avanti il mio pensiero in altro modo». 
In che modo pensa di salvare i bambini di Napoli? 
«Finalmente posso restituire a Napoli l’amore che mi ha regalato in tutti questi anni. E lo farò dando un sostegno ai piccoli scugnizzi della città. Invece di stare per la strada, due ore a settimana voglio insegnargli a giocare a calcio ed è quello che farò. Toglierli dalla strada perché in alcune città, come Napoli, la vita è difficile. Credo che bisognerebbe recuperarli e voglio anche che si divertano. Io metterò il mio impegno, li allenerò ed è ciò che poso dare. Penso che qualsiasi bambino quando vede un pallone subito cambia idea e invece di stare per strada preferisce stare dentro ad un campo di calcio. Ci vuole però l’impegno di tutti quanti anche di chi gestisce le strutture sportive». 
Il suo è un cognome pesante, prima di dire sì ha pensato anche alle conseguenze che avrebbero potuto esserci con una sua eventuale discesa in campo? 
«No, perché io vado a lavorare con i bambini non con i politici. Vorrei ribadire che io di politica capisco poco e onestamente poco mi interessa. Seguirò l’aspetto sociale di Napoli capitale. Quelli che vogliono partecipare partecipano e chi non vuole partecipare non lo farà. Non sono qui per rivoluzionare la politica, anzi il contrario, faccio quello che so fare, se posso collaborare lo faccio». 
Se dovesse entrare in Consiglio comunale quale sarebbe il suo impegno? 
«Niente più di questo. Sociale e calcio». 
Suo fratello è sempre stato dichiaratamente e marcatamente di sinistra. Non crede che sarebbe stato in disaccordo con questa sua scelta di candidarsi in coalizione con la Lega? 
«L’unico mio interesse è salvare i giovani di Napoli e i bambini non sanno cosa sia la destra o la sinistra. Ringrazio solo chi mi ha dato questa possibilità, le critiche ci saranno sempre, da destra a sinistra. Vede io ho due gambe, cammino sia sulla destra che sulla sinistra. L’importante è soltanto fare cose buone per la città». 
Cosa pensa di Catello Maresca lo ha incontrato?
«Sì ci siamo visti. Speriamo che faccia cose buone come dice, come riporta il suo progetto».

Factory della Comunicazione

A cura di Valerio Esca  (Il Mattino)

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