Mazzola fan di Lorenzo: “Insigne è il dieci perfetto, ce lo accarezziamo e tenuto stretto”

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Ne parlano tutti. Lorenzo Insigne sempre più leader tecnico della Nazionale. Il gol – e che gol – contro il Belgio è stata la ciliegina sulla torta, arrivata al momento giusto con il colpo giusto, il suo preferito: quel tiro a giro che oramai rappresenta il suo marchio di fabbrica. A Napoli lo conoscono tutti, mentre in Nazionale aspettava solo di essere consacrato. Un gol che inevitabilmente certifica la qualità delle sue giocate e giustifica quel numero 10 che Mancini gli ha consegnato consapevole dei suoi mezzi. Stessa percezione che ha di Insinge Sandro Mazzola che con la maglia numero 10 dell’Inter ha scritto pagine indimenticabili.
Insomma, nessun dubbio sulla scelta di dare la 10 a Insigne?
«Beh, ora come ora altri 10 meglio di lui non ce ne sono e allora non solo ce lo godiamo ma ce lo teniamo anche stretto. Anzi, ce lo accarezziamo».
Cosa vuol dire vestire la maglia numero 10 in Nazionale?
«Quando venivo convocato in Nazionale tutti noi lo volevamo, ma non lo dicevamo mai. Solo sottovoce. Era un sogno. Io l’ho indossato tanto con l’Inter, meno con l’Italia. Ma per me quel numero rappresenta tutto. Perché era il numero di mio padre. L’emozione più grande è stata quando ho indossato la numero 10 con le giovanili: mi sembrava un sogno che si realizzava».
Cosa ne pensa delle qualità di Insigne?
«Basterebbe dire che è il numero 10 della Nazionale. Se ti danno una maglia del genere vuol dire tutto. Soprattutto da noi in Italia. Personalmente sono sempre stato un fan di Lorenzo».
Perché? 
«È uno che si va a prendere la palla, dribbla, lancia. Sa fare un po’ tutto».
E poi ha quel tiro a giro...
«Il gol contro il Belgio non è stato affatto banale. Il tiro a giro devi saperlo fare, e se ci riesci per il portiere è una bella fregatura: magari gli scappa, o se anche riesce a prendere la palla deve essere sicuro di respingerla nel modo giusto».
Eppure Insigne è ancora non conosce il suo destino del Napoli, dove ha il contratto in scadenza: che idea si è fatto?
«Di sicuro questa cosa non sta influendo sulle sue prestazioni all’Europeo. I grandi giocatori quando vanno in campo resettano il cervello e non pensano a quello che succede fuori».
Ma il Napoli dovrebbe provare a trattenerlo?
«Ci mancherebbe altro. Il Napoli dovrebbe fare uno sforzo per tenetelo. Penso che quando hai uno così bravo non devi lasciarlo scappare mai».
A proposito di numeri 10: Che effetto le fa Mancini da ct?
«È ancora un numero 10. L’altro numero 10 della Nazionale. Fa tante cose che all’inizio non capiamo, ma poi alla lunga vengono fuori dimostrandosi decisive. Ha conservato la stessa genialità di quando era in campo. La testa è sempre quella. Quando opera un cambio prima dici mah, poi dopo 5 minuti ti ricredi Aveva ragione anche stavolta».
E l’Italia le piace?
«Tanto. La sensazione è che l’allenatore sia entrato nella testa dei giocatori portandoli anche oltre le loro possibilità iniziali: martella col pensiero. E poi ha avuto il merito di riavvicinare gli italiani all’Italia».
Contro la Spagna che partita sarà?
«Di sicuro non sarà una passeggiata, ma noi non siamo male. Noi siamo tosti. Mi sa che ci faranno divertire ancora».

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B. Majorano (Il Mattino)

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