F. De Luca: “Spalletti è la scossa giusta per riparire”

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L’editoriale di Francesco De Luca su Il Mattino:

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“Sono le parole quelle che i tifosi del Napoli volevano leggere: «Insieme faremo un grande lavoro». È stata troppo forte la delusione per il finale di campionato, per quei 90′ contro il Verona che hanno bloccato gli azzurri al quinto posto escludendoli dalla Champions League (a meno che l’Uefa non decida di sospendere la Juve, capofila della Superlega). Non serviva stavolta l’allenatore che portasse in dote i suoi trofei, ma uno capace di esaltare il suo gruppo di lavoro, come è stato dall’Udinese all’Inter, passando tra autentici tormenti (i casi dei capitani Totti e Icardi) e ottimi risultati: dodici qualificazioni Champions raggiunte in quindici stagioni.
De Laurentiis ha rapidamente concluso la selezione per il sostituto di Gattuso e ha scelto il tecnico migliore per il rilancio del Napoli, dotato della personalità giusta anche per il confronto con lui. Spalletti ha dentro una carica esplosiva, vuol tornare ad essere protagonista in campionato dopo essere stato a bordocampo – l’etichetta di un suo vino – per due anni. È affascinato dalla piazza prestigiosa (problematica quanto altre) e da una squadra che ha saputo esprimere importanti valori tecnici quando Gattuso ha recuperato gli infortunati, almeno fino a quell’ultima gara, quando non si è vista una squadra forte e concentrata, ma totalmente bloccata nella testa e nei muscoli. Qualcuno dei protagonisti di quella serata prima o poi dovrà dire cosa è accaduto, magari spiegando perché dal programma prepartita fu cancellata la riunione tecnica. Spalletti è l’allenatore che diede la scossa alla Roma – quello sì un ambiente avvelenato – dicendo: «Uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli: non c’è altra strada». Vorrà subito capire di che pasta è fatto il gruppo che gli ha affidato De Laurentiis perché il carattere è il suo chiodo fisso, oltre alla disciplina tattica e all’esaltazione dell’attacco. Non a caso Luciano, molto attivo sui social, ha scritto questo messaggio all’alba del 2021: «Buona lotta a tutti. Nessun segno di resa». Basta per capire cosa aspetta il Napoli. Luciano non si limiterà a dirigerlo: vorrà entrare nella sua anima e conquistarla, come sa fare un grande allenatore.
Non ci saranno passaggi traumatici sotto l’aspetto tattico, come accadde quando Ancelotti sostituì Sarri e cominciò il problema per il posizionamento di Insigne nel 4-4-2. Luciano applica il 4-2-3-1, stesso disegno della scorsa stagione. Osimhen sarà la sua nuova scommessa e sotto questa guida esperta Victor potrà completare il progetto di crescita iniziato con Gattuso, così sfortunato da perderlo per quattro mesi a causa di problemi fisici. Rispetto a team recentemente diretti da Spalletti, nel Napoli non vi sono primedonne. Quando deflagrò a Roma il caso Totti nel 2016, il capitano aveva quasi 40 anni, un’età in cui le scarpette di solito sono appese da tempo al chiodo. Per Francesco il pallone era ragione di vita e questo lo condizionò, ma Luciano gestiva un gruppo e non poteva accettare pressioni. «Devo rispetto a ognuno dei miei giocatori», disse. Gattuso ha già messo tutti sullo stesso livello in un anno e mezzo, anche commettendo errori, come quello di lasciar fuori nella partita decisiva il pilastro del centrocampo, Demme, e di schierare Bakayoko, all’ultima gara in azzurro, proprio per il principio della rotazione.
Spalletti ha allenato club aristocratici ma è orgoglioso delle sue radici: si sente un uomo del popolo. È stato tifoso della Roma e dell’Inter, lo sarà anche del Napoli e magari riuscirà a fare un lavoro di ricucitura con l’ambiente, dando la scossa alla squadra e cercando di abbattere quel muro di diffidenza che separa il club da una parte della tifoseria. Il Napoli e coloro che lo amano hanno adesso bisogno di un progetto concreto e di vittorie: la storia di Spalletti è una garanzia. Il suo ritorno è importante quanto quelli di Allegri e Mourinho, non avrà timore di alcun confronto e ribadirà una sola certezza: «I protagonisti del calcio sono i giocatori». Su il sipario, si ricomincia”. F. De Luca (Il Mattino)

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