Ora parla Suarez: «Il passaporto? Ci lavoravo  da un anno»

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Il cambio di casacca e di città è stato piuttosto traumatico, ma a quattro mesi di distanza dal trasferimento all’Atletico, confortato dalle 14 reti che lo rendono il massimo marcatore della Liga, Luis Suarez ha deciso di rompere il suo lungo silenzio e di raccontare ai microfoni del popolare programma radiofonico El Transistor, trasmesso da Onda Cero, le sensazioni vissute nelle tormentate ore dell’adios a Messi e vecchi compagni. «Non ho voluto prendere nessuna decisione prima di svincolarmi dal Barça. Si è parlato molto della Juventus, ma c’erano molti altri club interessati a me», la confessione del Pistolero, che si è concesso anche un accenno al controverso tentativo di ottenere la cittadinanza italiana. «Ho portato avanti la questione del passaporto perché ci stavo lavorando già da un anno». Dopo aver spiegato che fu lo stesso Koeman a dargli il benservito dal Barça, il bomber uruguaiano ha ammesso che, a posteriori, la scelta di cambiare aria sia stata la più corretta. «Mi sono sentito disprezzato, però volevo che i miei figli vedessero un’uscita dal club con tutti gli onori. È stata dura, ma quando vedo come sta il Barça adesso, mi sento tranquillo. Fossi rimasto lì, mi avrebbero dato tutte le colpe». A cura di Andrea De Pauli (CdS)

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