Il Mattino – Tocca a Ringhio a farsi capire, ora o mai più

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Il Mattino –  La squadra ha perso contro lo Spezia, che ha saputo ribaltare la partita – Petagna, a dieci minuti dall’ingresso in campo, aveva segnato il gol dell’illusione – in inferiorità numerica (espulso Ismajli) grazie al rigore di Nzola e alla rete di Pobega, ventunenne centrocampista scuola Milan. Infruttuosa la notevole mole di palle gol creata anche stavolta degli azzurri, 

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che hanno compiuto un bruttissimo passo indietro dopo l’ingannevole vittoria in Sardegna. Gattuso era stato tra i primi a non fidarsi di quanto aveva visto domenica scorsa e infatti già negli spogliatoi di Cagliari aveva chiesto più “veleno” ai suoi uomini, cioè una maggiore concretizzazione delle occasioni create. Il veleno, quello vero, lo hanno ingoiato lui, i tifosi, i dirigenti che continuano a pensare che l’organico non vada migliorato sul mercato, confidando nei rientri di Osimhen, Mertens e Koulibaly, e che cominciano probabilmente a ritenere che il prolungamento del contratto dell’allenatore non sia il primo dei problemi. Anzi. Adesso c’è una squadra da ritrovare: troppo contraddittoria, incapace di dare continuità alle prestazioni e ai risultati e la responsabilità è anzitutto da ascrivere all’allenatore. È stata fallita l’ennesima occasione di avanzare in classifica approfittando del passo falso dell’Inter. Certo, anche il Milan e i nerazzurri si sono fermati ma dopo una lunghissima e una lunga serie positiva. Il Napoli no. Il Napoli fa una vittoria e poi interrompe la marcia. Secondo Gattuso, va troppo facilmente in confusione e ha «atteggiamenti schizofrenici»:ma se una squadra va in tilt chi deve resettarla? Rino si è attribuito la responsabilità di non farsi capire bene e non è la prima volta che lo dice: è preoccupante se niente cambia. «Stiamo buttando un campionato», il suo allarme è suonato dopo la sconfitta contro lo Spezia, che aveva conquistato un punto nelle ultime sei partite, con i due allenatori Gattuso e Italiano che hanno concordato sul fatto che i liguri abbiano vinto dopo aver giocato la peggiore gara, loro che cercano sempre il risultato attraverso il gioco. Ma non sono stati la sfortuna e il bravo portiere di turno (Provedel) a condannare il Napoli: questo sia chiaro. E parlare di predominio nel gioco è una consolazione davvero minima. Eppure, l’inizio era stato incoraggiante, con uno strappo di Lozano – prima punta fino all’ingresso di Petagna: l’esperimento non ha funzionato – dopo un minuto e la palla non calciata in porta da Insigne. Alla fine sono stati contati 27 tiri degli azzurri e di questi 11 nello specchio. Ma non è bastato, perché il vantaggio di Petagna su assist di Di Lorenzo – terza rete per il triestino partendo dalla panchina dopo quelli al Benevento e alla Samp – è stato bruciato dall’uno-due dello Spezia. Il pareggio è arrivato a dieci minuti dallo 0-1, grazie a un clamoroso fallo da rigore di Fabian su Pobega, che era spalle alla porta. Completamente svagato lo spagnolo, forse annebbiato dagli interessamenti – veri o presunti – di grandi club della Liga: così è un equivoco, anzi un peso. A proposito di centrocampisti, stavolta male anche Zielinski: la brillantezza e l’efficacia viste a Cagliari non sono state riproposte anche perché Lozano involontariamente gli ha concesso poco spazio nella zona centrale dell’attacco. Le punte sbagliano tanto e la difesa balla paurosamente. L’azione del raddoppio dello Spezia è esattamente ciò che una squadra in superiorità numerica non deve fare, con gli errori di posizione e tecnici di Maksimovic, Rui e Di Lorenzo. Complimenti ai ragazzi di Italiano, la Campania ha portato bene ai suoi uomini: sei punti tra Benevento e Napoli in due mesi. Gli azzurri scivolano al sesto posto, sorpassati dalla Juve che ha realizzato il grande colpo sul campo del Milan capolista e dal Sassuolo. Momentaneamente fuori dalla zona Champions, che è il traguardo fissato da Gattuso e soprattutto dalla società, perché una seconda stagione senza il milionario contributo che assicura la partecipazione alla più importante coppa obbligherebbe a un ridimensionamento tecnico, che peraltro rischia di esservi già in questo campionato considerando che sono state perse 5 partite, un terzo di quelle giocate. Contro lo Spezia si sono visti nelle due aree errori imbarazzanti degli azzurri e la fotografia esatta è quella palla che galleggiava tra l’appesantito Llorente ed Elmas nel confuso finale. Tiro io? Tiri tu? Nessuno dei due ha tirato e lo Spezia ha potuto festeggiare mentre il Napoli faceva il conto dei suoi tiri, dei suoi errori e dei suoi limiti. F. De Luca (Il Mattino)

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