Chiacchio: «Il Coni? Il Napoli se prosegue perchè è sicuro di poterla vincere”

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Ci sono ancora margini per giocare la partita sul campo, per non lasciare alle sentenze il destino della partita contro la Juventus che era in programma lo scorso 4 ottobre ma che non si è mai disputata a causa delle disposizioni delle Asl di Napoli, che bloccarono la partenza per Torino della squadra di Gattuso dopo le positività di Zielinski ed Elmas. Lo pensa ancora, l’avvocato Eduardo Chiacchio, esperto di diritto sportivo, anche dopo quanto deciso dalla Corte Sportiva d’Appello che ha confermato il 3-0 a favore della Juventus con punto di penalizzazione al Napoli. L’avvocato Chiacchio, nella sua analisi della vicenda, individua due elementi a favore del Napoli in vista del ricorso al Coni e poi, eventualmente, al Tar del Lazio. 

 

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 Qual è, se c’è, il vantaggio del Napoli rispetto ai prossimi gradi di giudizio? «I documenti dell’Asl dopo le due positività riscontrate nel gruppo squadra nei giorni che hanno preceduto la partita e, soprattutto, la posizione della Juventus, il suo “non ruolo” all’interno della vicenda. La sua mancata costituzione in giudizio è un fattore di estremo favore, ma questo solo in teoria».

Eppure la Corte Sportiva d’Appello ha confermato la sentenza del Giudice Sportivo. «Nei giorni scorsi ero ottimista ma, come tanti altri, esprimevo un giudizio senza aver cognizione diretta degli atti. Tante cose non potevo saperle. In sintesi, da esterno, ignoravo alcune delle circostanze che si sono poi rivelate decisive nell’esito del ricorso».

Nello specifico, quali? «Non sapevo, ad esempio, dell’annullamento della prenotazione dei tamponi. Un elemento che ignoravo completamente. Le motivazioni della Corte Federale sono state chiare ed esaustive e, cosa più importante, sono suffragate da atti che naturalmente non ho letto e che dunque non ho potuto esaminare a differenza dei diretti interessati e delle parti in causa. Un termine, nel comunicato, mi ha colpito in modo particolare».

Quale? «La corte definisce ponderoso il materiale a sua disposizione, gli atti del procedimento, quelli esaminati per il ricorso del Napoli. In pratica si tratta, evidentemente, di un materiale molto voluminoso. Solo leggendo gli atti nello specifico si può esprimere un giudizio sulla vicenda».

Ora la palla passa al Coni. La tempistica sarà lunga? «Come sapete, il Napoli ha la possibilità di impugnare la sentenza dinanzi al Collegio di Garanzia entro 30 giorni dalla data del verdetto. In un paio di mesi ci sarà anche l’udienza».
 
Il ricorso può essere accolto? Quanti margini ci sono? «Mi ripeterò, non potendo leggere gli atti non sono in grado di esprimere un giudizio e di fare una previsione. Mi limito a dire che il Collegio di Garanzia del Coni esercita una funzione di legittimità. E’ come la Corte di Cassazione. Una cosa è certa: ogni ricorso ha la sua storia. Se il Napoli insiste nella sua battaglia legale, vuol dire che è convinto di poterla vincere».

Infine c’è il Tar. «Che è molto veloce e risolverebbe la questione in pochi giorni. Quasi mai è successo, ma qualche volte il Tar ha anche sospeso provvedimenti disciplinari emanati dagli organi di giustizia sportiva. Si parlò, all’epoca, di decisioni clamorose proprio perché rare. Riguardarono tesserati squalificati. Nel caso del Napoli, vediamo cosa accadrà».
 
In cosa può sperare la società di De Laurentiis? «Nella disputa della partita contro la Juventus e, conseguentemente, anche nell’annullamento del punto di penalizzazione. Ma aspettiamo prima di sbilanciarci, non corriamo troppo: c’è prima il Coni. E nel diritto può succedere di tutto. In tutti i diritti…». 

Fabio Tarantino (Cds)

 

 

 

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