Di Canio: “Fa caldo? I giocatori non si lamentino e giochino!”

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Ai microfoni de Il Mattino, l’ex azzurro Paolo Di Canio, parla tra le altre cose, anche di questo particolare calcio d’estate. Calcio vero, senza dubbio e che aiuta la gente in un momento difficile.

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Le prestazioni hanno un calo del 30 per cento, colpa anche del caldo? «Che cosa assurda! I calciatori non si lamentino. Ricordo quando ci portarono a giocare a Leon, in Messico, in piena estate: c’erano 42 gradi. Ed era solo un’amichevole. A me, De Marchi e Luppi quasi serviva un respiratore a metà del primo tempo».
Insomma, le piace questo campionato d’estate? «Mi piace, sono gare vere, certamente con più pause ma molto meglio queste partite che quegli allenamenti con le rappresentative dei boscaioli in montagna che vinci 12-0 e ti esalti per poco e rischi di farti male esattamente come adesso. Si lamentano di cosa i calciatori? Ma perché in una estate normale non sono costretti a giocare contro Manchester City o Chelsea dall’altra parte del mondo dopo appena 5 o 6 giorni dall’inizio del ritiro? Almeno adesso mandano un segnale alle persone. Alla gente comune che è in difficoltà, che farebbe i chilometri a piedi pur di tornare a lavorare e che magari si distrae vedendo un po’ di calcio in tv in queste giornate di giugno e luglio».
I cinque cambi li terrebbe? «No. Perché darebbero troppo vantaggio alle squadre più ricche, danneggiando quelle di bassa classifica. Una regola che aumenterebbe ancor di più il divario».
Il ko della Lazio compromette il discorso scudetto? «È vero che sono soltanto quattro punti di distacco, ma a livello psicologico è una brutta botta perché dopo tre mesi di lockdown c’erano grosse aspettative. Non è finita ancora, magari la Juventus fa un passo falso e c’è ancora lo scontro diretto. Però è evidente che era una partita fondamentale per tenere accese le speranze anche perché chi insegue, la Lazio, è meno abituata di chi sta avanti a stare lì».
Si temeva chissà quali stravolgimenti di equilibri con questo calcio d’estate. «Vero, tranne poche eccezioni, in Europa è tutto così. Lazio, e Atalanta hanno mostrato inizialmente lo stesso volto di prima del lockdown. E la Juventus a Bologna ha mostrato una certa solidità che era quella prima della sospensione. Come il Napoli di Gattuso: passo deciso e vittoria a Verona che non era semplice, perché quello è un campo assai complicato. Per tutti».

Fonte: Il Mattino

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