Il ricordo di Pierino Prati: Tra Milan, Nazionale, ma anche Salernitana…

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Addio a Prati, simbolo anche della Salernitana

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La leggenda di Pierino Prati sbocciò il 28 maggio 1969, al Santiago Bernabeu di Madrid, contro l’Ajax di Johann Cruijff: il Milan di Rocco conquistò la sua seconda Coppa dei Campioni e Prati firmò una storica tripletta. Mai nessuno, in seguito, è riuscito a eguagliarlo. Con la maglia rossonera vinse tutto, con l’Italia fu campione d’Europa. Segnò 100 gol in serie A e a fine carriera emigrò negli Usa.


IL DESTINO

«Riposa in pace Pierino», è stato il messaggio postato ieri sera da Bruno Conti – suo ex compagno nella Roma – per annunciarne la morte. Aveva 73 anni, Pierino Prati che da tutti era detto Pierino la peste. Un attaccante nato quasi per caso, perché sul campetto di Cinisello Balsamo giocava in porta. Con il suo fisico gracile finiva regolarmente a gambe all’aria e pur di restare nel gruppo di amici si spostò tra i pali. In testa, però, c’erano le gesta ma soprattutto i gol di Altafini, motivo per il quale decise di spostarsi in attacco. Il resto fu storia.


LA SALERNITANA

Il Milan lo acquistò nel 1965 ma decise di mandarlo a farsi le ossa alla Salernitana in serie C dove nonostante un infortunio alla tibia mise insieme 19 presenze e 10 gol: molto più di un banale indizio su quella che sarebbe stata la sua carriera. Quando ritornò in rossonero, infatti, si piazzò nell’attacco della squadra passata dalla gestione di Silvestri a quella di Rocco e diventò il terminale offensivo che trascinò il Milan sul tetto d’Italia (scudetto nella stagione 67-68) e d’Europa (coppa Campioni nella stagione 68-69).


IN NAZIONALE

Un attaccante come Prati (capocannoniere di serie A nella stagione dello scudetto al Milan) non avrebbe potuto che fare molto comodo alla Nazionale ma la sua sfortuna fu quella di trovarsi davanti un fuoriclasse inarrivabile come Gigi Riva. Questo non gli impedì di essere protagonista nella conquista dell’Europeo (suo un gol decisivo contro la Bulgaria al San Paolo) nel 1968 e di far parte della spedizione nello storico Mondiale in Messico nel 1970, quando venne chiamato da Valcareggi in extremis per prendere il posto di Anastasi, infortunatosi. Arrivò a Città del Messico insieme a Boninsegna costringendo il ct all’esclusione di Lodetti (suo compagno nel Milan), ma a differenza di Bonimba in quel Mondiale collezionò soltanto qualche panchina, perché il posto da prima punta fu blindato dalla presenza di Riva. Fonte: Il Mattino

Fonte Immagine: Twitter AC Milan

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