Ulivieri: «Una richiesta strana, ma sapevano che non l’avrebbero spuntata»

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«Non credo che nessuno si azzarderà a fare delle furbate. In ogni caso sarebbero veri e propri illeciti sportivi. E per gli illeciti sportivi le sanzioni sono molto severe». Renzo Ulivieri, il presidente dell’Associazione italiana allenatori, è sempre stato un sostenitore della ripartenza del calcio italiano.

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Anche nei giorni bui del lockdown. Ulivieri, la Lega di A è rimasta isolata? «Non poteva andare diversamente e non so con che criterio sia stata votata la mozione che prevedeva il blocco delle retrocessioni: abbiamo indicazioni precise dalla Uefa e dalla Fifa su come portare avanti i campionati,delle necessità che il merito sportivo venga riconosciuto. In un modo o in un altro bisogna arrivare alla definizione della classifica».

Tant’è, che resta ancora spazio ai playoff? «In Federcalcio sono state gettate le basi per affrontare ogni situazione. Era quello che dovevamo fare, per rispetto di tutti».

Perché questo tentativo di Cairo e company? «Non mi ha dato fastidio, ma era una posizione che non ci stava, che era completamente fuori dal mondo del calcio a cui apparteniamo,completamente controcorrente rispetto alle indicazioni della Figc, della Uefa, della Fifa. Era una richiesta, ma forse pure loro sapevano che non sarebbe successo nulla».

Il dubbio è che a un certo punto si possa fermare tutto. «Certo, è una spada di Damocle ma io mi auguro che si possano cambiare le regole della quarantena, che le scelte fatte dalla Bundesliga possano essere adottate anche da noi. Sinceramente,proprio non riesco a capire perché in Italia, visto l’andamento attuale del contagio, si debba prevedere l’isolamento di tutta la squadra per 14 giorni. Manca ancora un po’ all’inizio del campionato,spero in un ripensamento a un cambiamento della norma».

Giuste le critiche all’algoritmo? «Sinceramente mi sembrano derivanti solo dall’ignoranza. Ci vogliono cinque minuti per capire i criteri che mi sembrano assai logici perché in linea con la volontà di stilare una classifica sul campo. Se uno poi non vuole capirlo l’algoritmo, sono fatti suoi e in quei cinque minuti può anche fare altro».

Se qualcuno nasconde un positivo? O peggio, lo butta in mezzo per propria convenienza? «Sarebbe gravissimo,una mascalzonata che avrebbe conseguenze molto gravi.Per dirigenti,medici e anche per le società.Ci troveremmo di fronte a un vero e proprio illecito e tra le sanzioni previste c’è anche l’esclusione dal campionato. Io ci penserei mille volte prima di fare una sciocchezza del genere».

Il calcio, dice Gravina, esce compatto ancora di più? «Lo è. Noi come Associazione allenatori siamo stati sempre fermi su questa posizione: riparte tutto in Italia, perché mai non deve ripartire il calcio?».

Quello femminile si è fermato. «Non è colpa nostra. Abbiamo messo a disposizione qualsiasi cosa, anche sotto il profilo economico per rivedere in campo la serie A donne. Sarebbe stato un grande passo in avanti. Non so perché non sia stata sfruttata questa occasione».

Qualche raccomandazione particolare ai suoi allenatori? «Sanno tutto ciò che devono fare, hanno staff di alto livello. E hanno l’esperienza della Germania che è partita prima di noi: le conoscenze non sono totali, vanno sperimentate tante cose sul campo.Tutto deve essere fatto in maniera graduale,passo dopo passo. Ricominciamo a giocare, per prima cosa».

E i tifosi torneranno negli stadi questa estate? «Cominciano a esserci regioni con mortalità zero, se va avanti così è necessario affrontare questo argomento. Io credo che l’evoluzione consenta di essere ottimisti. Quel che conta è lasciare fuori la violenza che c’è nel mondo ma fortunatamente c’è una forte reazione popolare».

Fonte: Il Mattino

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