Sibilia pres. Dilettanti: «No alle marce indietro, il calcio va cambiato» 

«Prima di tutto la ripartenza poi la riforma del sistema: per questo appoggio Gravina»  

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Cosimo Sibilia, presidente della Lega Dilettanti: voi a questo consiglio federale giocate in difesa, come pare di capire? «Ci difenderemo, non c’è dubbio. Manteniamo la linea della coerenza assoluta. Nel consiglio precedente abbiamo stabilito come comportarci nell’emergenza, sono state varate regole e io ho votato a favore. Ho applicato l’agenda che ne è uscita ai dilettanti, fermando i campionati e indicando le squadre promosse e quelle retrocesse».

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Suscitando però proteste e sollevazioni. «Tutto legittimo, per carità. Però qualcuno deve prendere decisioni e noi lo abbiamo fatto attraverso il consiglio direttivo, una struttura radicata sul territorio, su proposta del dipartimento interregionale. Non è che Sibilia si è alzato e ha fatto da solo».

Quindi tenete duro anche per quanto concerne le altre leghe: stagioni da concludere e classifiche comunque efficaci. «Come al solito la Lega Dilettanti sarà coerente e conseguente. Poi c’è chi va a Roma e si veste in un modo, va a Milano e si veste in un altro. Non siamo noi».

Com’è saltata fuori la trovata del blocco delle retrocessioni? «Per favore, parliamo d’altro. Ad esempio del sistema da cambiare, delle riforme da portare avanti. E’ chiaro che la Serie A ha i suoi problemi. A maggior ragione bisogna spingere perché il moto riformatore continui».

Da dove si comincia? «Prima di tutto, ripartire. Su questo mi sembra sia stata effettuata una scelta chiara. Bisogna attenersi, ripeto, a quanto uscito dall’ultimo consiglio federale. Dopodiché sentiamo quello che ci propongono i personaggi che suggeriscono alternative. Su questa base giudicheremo».

Per parlare di riforme bisogna venire fuori dall’emergenza, comunque. «Questo è evidente. Ma quando ce l’avremo fatta il calcio meriterà un approfondimento, un’attenzione nuova. Il nodo principale è quello delle riforme. Io ho appoggiato la formazione dell’attuale governance perché nel programma c’era la riforma del sistema. Sanno tutti che le società professionistiche sono troppe, come si può pensare di aumentarne il numero? E ogni volta che mi siedo a un tavolo metto in evidenza la centralità del calcio di base».

Voi siete intenzionati a bocciare la proposta di blocco delle retrocessioni. Ma qualcuno che la pensa diversamente per caso è passato a chiedere i vostri voti? «Chi mi conosce sa bene come io sia solito regolarmi. Linearità, coerenza, correttezza».

E con Gravina si è confrontato? «Ci parlo tutti i giorni e quello che ci diciamo resta tra noi». 

Fonte: CdS

 

 

 

 

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