La terza rata di diritti Tv può portare alla guerra totale

I club vogliono il saldo 2020 le tv lo sconto multimilionario pronte le diffide e gli avvocati

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All’inizio di maggio è scaduta l’ultima rata per il pagamento dei diritti tv. Non l’hanno pagata Sky e Dazn, che trasmettono la serie A, e nemmeno Img, che rivende quei diritti all’estero. Per  i club, il denaro dei broadcaster è fondamentale. In alcuni casi non è soltanto la principale fonte di ricavo, ma addirittura l’unica. Insomma, è una questione di sopravvivenza. Ebbene, non avendo incassato quell’ultima rata, le società sono andate in crisi di liquidità, visto che sono mancati anche i guadagni da botteghino. Alcune si ritrovano nella necessità di rientrare con le banche, da cui si erano fatte anticipare le quote delle tv. Dal punto di vista della Lega, i contratti non concedono alcun margine ai broadcaster: devono pagare, visto che il campionato si è interrotto per forza maggiore. Mentre Dazn e Img hanno chiesto solo un rinvio del pagamento e ora sono pronti a rientrare di quanto dovuto, secondo Sky, invece, è necessario un riequilibrio, anche nel caso in cui la serie A riprenda, perché le modalità di conclusione della stagione non permettono di realizzare lo stesso prodotto. Lo scorso 21 aprile, da Santa Giulia, è partita una lettera con la proposta di tagliare tra i 120 e 140 milioni di euro, mentre sarebbero stati 255 in caso di stop definitivo. I club l’hanno presa male: non sono l’hanno rispedita al mittente, ma hanno deciso di scendere sul sentiero di guerra. Lunedì scorso è andato a vuoto un ultimo tentativo per trovare un’intesa. Ognuno è rimasto fermo sulle sue posizioni: la Lega vuole vedere l’ultima rata prima di sedersi a trattare, mentre Sky spinge per raggiungere innanzitutto un accordo. A questo punto, tutto lascia credere che, la prossima settimana, il banco possa saltare e che vengano inviate le diffide di pagamento, invocate già da tempo da De Laurentiis e Lotito. Per mercoledì è in calendario una riunione della commissione diritti tv, ma la Lega potrebbe agire anche prima.Fonte: CdS

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