ESCLUSIVA – Beppe Ferrario (Mediaset): “Simoni e Mertens, i lati romantici del calcio”

All'interno l'intervista al collega di Mediaset

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Oggi si festeggiano i 10 anni dal famoso triplete, quello conquistato dall’Inter, un momento storico del calcio italiano. Purtroppo al tempo stesso anche la morte di un galantuomo come Gigi Simoni che lascia il mondo del calcio a 81 anni. Di questo e di Dries Mertens, ilnapolionline.com ha intervistato il collega di Mediaset Beppe Ferrario.

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Oggi purtroppo ci ha lasciato un grande uomo e un ottimo allenatore come Gigi Simoni. Che ricordi hai di lui? “Come hai detto tu, era un grande uomo, un signore di altri tempi. Ha dato tanto come allenatore, non era dal punto di vista tattico, come si dice maniacale, ma era concreto sul piano del gioco e dei risultati. All’Inter chiuse il cerchio nel 1998 quando a Parigi vince la finale di Coppa Uefa 3-0 contro la Lazio. Ci mancherà per tutto, una persona perbene dentro e fuori dal campo”.

Dieci anni fa di questi tempi, dov’eri quando poi l’Inter conquistò la Champions e il famoso triplete? “A quest’ora come tutti gli interisti ero in trepidante attesa per la finale di Madrid contro il Bayern Monaco. Di solito il tifoso dell’Inter è scaramantico, non si sbilancia mai nei pronostici, ma avevo la percezione che quella sera sarebbe andata alla grande. Quella era una squadra forte, solida e al tempo stesso compatta. Fu una serata magica e per certi versi indimenticabile, perciò ci fu una festa per un triplete che entrerà nella storia del club”.

Infine ti vorrei chiedere di Mertens, il belga è realmente stato un obiettivo dell’Inter, oppure erano solo rumors di mercato? “Assolutamente no, era una trattativa reale, il giocatore stava valutando la proposta economica dell’Inter, ma alla fine ha scelto il Napoli. Da un lato un peccato, perché da tifoso interista avrei voluto in rosa, visto il suo valore, l’età in questi casi non conta. Dall’altro lato però ha vinto il romanticismo, ha scelto di continuare a vestire i colori azzurri e perciò credo che sia giusto che sia finita così”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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