Pino Capua (comm. medica Figc): “Il modello tedesco è attuabile, il Cts ci sta ostacolando”

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Nel corso di Radio Punto Nuovo, durante il programma “Punto Nuovo show”, condotto da Umberto Chiariello e Marco Giordano, è intervenuto il responsabile della commissione medica della Figc Pino Capua. “Il professore Castellacci si batte da anni in un settore in cui tutti dovremmo avere lo stesso obiettivo. Non si capisce perché i medici non hanno un’identificazione formalmente precisa all’interno del nostro mondo, quindi condivido le sue parole. In questi giorni stiamo organizzando una commissione che sarà utilizzata per valutare questa problematica e spero che la situazione si risolva a prescindere. E’ chiaro che in contesto del genere, L.A.M.I.C.A. manca. Chiederò ufficialmente la loro convocazione all’interno di un contesto che decide tutto ciò che farà il calcio domani. La competenza del medico del calcio in una situazione del genere, la si vede anche in merito alla risposta del CTS di ieri. Sono estremamente convinto che la presenza di un’associazione precisa con tutti medici che lavorano nel mondo del calcio, è indispensabile. Parliamo di un argomento delicatissimo, in questo periodo d’emergenza non si deve tralasciare nulla. Se c’è da interpellare persone utili alla causa, vanno interpellate. Dividerei due problematiche: sul discorso dei medici bisognerà fare ragionamenti equilibrati in funzione di una competenza che i medici hanno, sedendosi attorno ad un tavolo. L’emergenza è emergenza, ma la competenza e qualità professionale di Enrico Castellacci, è quello che serve in questo contesto. Se non si trova una soluzione, il campionato non parte. L’obiettivo di tutti è quello di far ripartire il calcio, sedendoci ad un tavolo e ragionando, una soluzione si trova. Per quanto riguarda i dilettanti, bisognerà attendere un vaccino, il rischio 0 non ci sarà a settembre, ottobre o novembre. Bisogna avere grande pazienza ed equilibrio, perché sono molto numerosi. Il modulo tedesco è assolutamente percorribile, non capisco perché non farlo anche in Italia, il CTS ha messo i bastoni tra le ruote”.

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La Redazione

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