Coronavirus, riaperture mirate per zona e libertà di movimento, ma sempre all’interno del Comune di appartenenza

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Coronavirus fase 2/a. Si sta valutando in queste ore la possibilità di far partire gli stabilimenti dell’indotto legati alle fabbriche strategiche. Poi in una seconda fase si potrà anche pensare a un piano scaglionato per aree geografiche. Dove la curva è scesa potranno aprire una parte di stabilimenti industriali. Ma solo con un via libera dell’Inail che in queste ore ha mandato una relazione sui rischi del contagio a Palazzo Chigi. Ieri mattina il premier ha convocato una riunione con i capi-delegazione del governo. Nella maggioranza giallorossa in molti si sono detti «stupiti» della fuga in avanti di Conte sulla fase due. «In questo momento, politica e scienza devono andare a braccetto», è il mood di chi parla con Dario Franceschini, ministro della Cultura, rappresentate del Pd a Palazzo Chigi, «Conte ha creato troppe aspettative», dicono invece dal M5S. Da dove fanno trapelare un’altra riflessione: «La politica è ostaggio della scienza». Anche così si spiega il gioco di specchi in cui è costretto a vivere Conte. Formalmente nessuno, nella maggioranza, lo critica ma tutti dietro le quinte spingono affinché ci sia un’assunzione di responsabilità per evitare nuove beghe. Il problema è chi si prende le responsabilità di indicare una via. In tutte le salse, il ministro Speranza continua a ripetere che in questo momento storico non esistono i requisiti, cinque per l’esattezza, per far scattare una fase due delle imprese. Un’altra frenata è quella di Paola De Micheli, titolare del Mit, che infatti spiega: «No alla riapertura massiccia dopo Pasqua. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio per evitare un contagio di ritorno». 

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Anche perché nel frattempo non si continua a discutere sulle misure di allentamento sociale. In queste ore sta circolando l’ipotesi che il governo, già dal prossimo Dpcm in vigore da lunedì, possa in qualche modo allentare la pressione nei Comuni che hanno la fortuna di avere zero contagi. Oasi da valorizzare in uno scenario molto complicato. Come? Lasciando libertà di movimento, ma sempre all’interno del Comune di appartenenza, a patto che i residenti e gli abitanti usino tutti i dispositivi di sicurezza.

Fonte: mattino.it

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